Dalla giornata di ieri, mercoledì 30 novembre 2022, sul lato sinistro dell’ingresso principale del Pronto Soccorso del DEA si trova una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.
È stata, infatti, installata nella mattinata una piccola panca su iniziativa di Don Gianni Mattia, cappellano del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce e presidente dell’Associazione “Cuore e mani aperte” OdV, che ha, grazie alle offerte dei propri sostenitori, acquistato, installato e donato la panca ad Asl Lecce.
Un gesto simbolico, a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma particolarmente sentito. Erano presenti al taglio del nastro il Commissario straordinario di Asl Lecce, Stefano Rossi e il Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero leccese, Carlo Sabino Leo, che hanno speso parole di plauso verso l’iniziativa dell’Ente del Terzo Settore, presieduto da Don Gianni.
“Una panchina rossa per ricordare la lotta contro la violenza sulle donne. Una panchina rossa per lasciare un simbolo di quanto la nostra società impregnata di una cultura patriarcale abbia fatto delle donne esseri di dominio – sono le parole con cui Don Gianni Mattia, ha presentato l’iniziativa. Denunciare è difficile, anche quando i segni della violenza sono evidenti. Si impara a trovare scuse. C’è sempre uno spigolo sul quale si è sbattute, uno scalino che non si è visto. Si perde la dimensione del proprio essere, si smette di essere e respirare. La violenza è subdola, silenziosa e sa mascherarsi agli occhi di chi non vuole vedere. Sta a noi imparare a riconoscerne i segnali e non restare muti e ciechi dinanzi ad essi. Una panchina rossa come il sangue versato. Una panchina rossa come il cuore che batte nel petto delle donne che lottano per liberarsi dalla violenza, per liberare dalla violenza e dire no a tutti coloro che si voltano dall’altra parte. L’ospedale è uno dei primi luoghi dove la donna si reca ed è fondamentale avere professionisti in grado di riconoscerne i segni ed è fondamentale allo stesso tempo che chiunque passi di lì possa capire attraverso la panchina rossa che lì ci sono professionisti formati e sensibili in grado di aiutarle. La nostra associazione ha concluso – si occupa prevalentemente dei bambini affiancandoli nel loro percorso di guarigione e dell’umanizzazione degli spazi ospedalieri, ma non può essere sorda al pianto di tutte quelle donne che non hanno più voce.