Ebola, scatta l’allarme. La Puglia non ha le misure di sicurezza adatte

Il responsabile del 118 salentino, il dottor Maurizio Scardia, denuncia la mancanza totale di misure di prevenzione che la sanità pugliese ha per poter fronteggiare il terribile virus che sta allarmando tutto il Pianeta.

“Non si trovano i dispositivi medici contro l’Ebola, è stata fatta incetta del materiale di protezione su tutto il territorio nazionale e la Puglia ancora é a secco di misure di sicurezza. C’è qualche difficoltà a reperire l’attrezzatura di protezione per medici e infermieri, che potrebbero fare i conti con il terribile virus dalla febbre emorragica, segno che evidentemente la Puglia è arrivata troppo tardi sul mercato”.

È questo il preoccupante allarme lanciato dal dottor Maurizio Scardia, responsabile del 118 salentino che, come confessato a www.sanitàsalento.net, non usa mezzi termini per tracciare lo stato in cui oggi si troverebbe la nostra sanità nella terribile eventualità in cui ci dovesse essere un caso del virus che da un  paio di mesi, ormai, sta allarmando tutto il Pianeta. E la febbre dell’ebola cresce sempre di più, ma non tutti sono preparati allo stesso modo.

Il virus però non aspetta e va avanti. A rischiare di più sono medici e infermieri di 118, pronto soccorso e malattie infettive. Nel frattempo c’è chi mette le mani avanti, proprio come Maurizio Scardia, responsabile del 118 di Lecce, che ha distribuito ai suoi mascherine e quant’altro, che aveva di scorta dal precedente acquisto per la sars. In tutta la Puglia però medici e infermieri sono a mani nude.

Secondo www.sanitàsalento.net, inoltre, la Regione dovrebbe anche distribuire a tutto il personale sanitario, tramite Asl, un protocollo da seguire in casi di emergenza o sospetta tale, ma anche questo è in lavorazione. Sin’ora si sono susseguite riunioni, anche nella direzione della Asl leccese che, in attesa delle direttive regionali, ha buttato giù una bozza di protocollo che poi andrà in assessorato che, una volta raccolto i suggerimenti di tutte le Asl, partorirà il documento finale.



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