Le amministrative 2016 si avvicinano. Soltanto nel Salento sono ben ventidue i comuni chiamati alle urne in primavera, anche se la manca ancora una data ufficiale da segnare in rosso sul calendario. Che siano grandi o piccoli poco importa, le “dinamiche” che vanno in scena in vista dell’appuntamento elettorale sono sempre le stesse: i movimenti per la scelta dei candidati migliori, le alleanze da stringere, le liste da comporre, i comizi (anche se ormai sono diventati una rarità) in piazza o la scelta dei mezzi più efficaci per convincere l’elettore.
Nei piccoli centri la scelta del candidato Sindaco, forse, è più facile rispetto alle metropoli come Roma, tra l’altro chiamata in questa tornata a scegliere il successore di Marino: di rado il voto viene dato per appartenenza politica a questo o quel partito. Ancor più raramente un elettore crocia un nome piuttosto che un altro per protesta, per dare un segnale forte. Come fa notare anche Primo Mastrantoni, segretario Aduc queste tipologie di scelte, soprattutto per le comunali, non hanno molto senso.
E allora come comportarsi? Il consiglio arriva in una nota stampa «Occorre, innanzitutto, valutare i programmi. Purtroppo pochi li leggono e, ancor meno, li valutano alla fine del mandato amministrativo. Dovremmo, invece, seguirne l'attuazione e intervenire per rilevare le inadempienze».
Sembra una cosa di poco conto ma così non è dato che spesso ‘le promesse non mantenute’ sono motivo di malcontento nelle piccole comunità. Ecco, quindi, che per la scelta del sindaco l’Aduc propone di individuare tre caratteristiche: competenza, capacità e correttezza (onestà).
Ovviamente, ognuno può aggiungerne altre, ma secondo l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori le tre C sono una buona base di partenza.
