Niente sicurezza e niente diritti per la Polizia Penitenziaria, le associazioni: “Situazione insostenibile. Serve più personale”

L’emergeza carceri di Puglia e basilicata continua, ieri il sit-in di protesta davanti alla sede del Provveditorato Regionale a Bari.

Carcere

Continua l’emergenza carceri in Puglia, una situazione disastrosa per la Polizia Penitenziaria costretta a sostenere turni di lavoro che arrivano anche a 15 ore al giorno. Sono queste tra le ragioni dello stato di agitazione del personale della Polizia Penitenziaria della Puglia e della Basilicata che hanno manifestato il 19 aprile.

Le segreterie regionali e i coordinamenti regionali Osapp, Uil-Pa, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fp Cgil sono scesi in piazza per manifestare contro le condizioni di lavoro che vedono le carceri delle due regioni in una situazione molto problematica. I manifestanti hanno deciso di protestare davanti alla sede del Provveditorato regionale di via Alcide de Gasperi a Bari.

Una denuncia da parte del comparto sicurezza che ormai da anni lottano contro la gravissima carenza di organico delle prigioni in Puglia e Basilicata. Ma non basta, ad aggravare la situazione il sovraffollamento di detenuti che crea problemi di controllo e di sicurezza: sarebbe ben il 70 % il numero di prigionieri in eccesso rispetto alla capienza regolare delle strutture presso cui scontano le loro pene.

Allo stato attuale delle cose, il personale non riesce a coprire più del 40% dei turni, fanno sapere le associazioni, con particolare problematicità per i turi serali e notturni. Detto in altre parole, i lavoratori in servizio sarebbero dislocati su tre o quattro posti di lavoro, con giornate lavorative che arrivano a 15 ore di fila. Una situazione già di per sé grave che si appesantisce ulteriormente a causa dell’età media del personale che si aggira intorno ai 54 anni, con già 30 anni di servizio alle spalle. La conseguenza diretta è che al personale non sono garantiti i diritti che spettano loro.

“La Uspp Ugl – commenta a riguardo Vito Messina, Segretario Regionale ad interim Puglia e Basilicata– ha incontrato lo scorso anno i lavoratori e le lavoratrici degli istituti penitenziari di Puglia e Basilicata. Alla nostra visione si è aperto, su un intero apparato in angoscia, che annaspa. I Penitenziari del distretto si reggono sull’immensi sacrificio, quotidiano, dei poliziotti che vanno sistematicamente ben oltre il loro regolare orario e che, il più delle volte, non possono usufruire delle ferie, che si sono accumulati negli anni. Esempio vergognoso, quanto accade attualmente nella sede di Potenza, ove dopo la chiusura di un reparto per ristrutturazione, con un accumulo di ferie di oltre 10.000 giornate e chiamato a dare supporto ad altre strutture del distretto, senza che vi sia la garanzia della copertura di quei presidi obbligatori nella struttura, qui il senso del dovere va ben oltre ogni canone, non può essere più chiesto di essere sostenuto più di tanto, lo stress da lavoro correlato che logora, oggetto di svariati convegni promossi dalla scrivente, specie in questo tipo di  professionalità, in cui attenzione e controllo sono peculiarità basilari congenite al tipo di lavoro chiamato a svolgere”.

Ad aggravare ulteriormente la situazione, il mancato rinnovo “degli operatori di polizia penitenziaria che conferma e rafforza lo stato di agitazione del personale. Il contratto è scaduto da 4 mesi e il governo non ha ancora convocato i sindacati, con il risultato che i lavoratori si ritroveranno con soli 6 euro lordi a testa in busta paga in più al mese come automatismo”.

Serve una soluzione, e in fretta.