Ex Lsu, il futuro è¨ incerto. E monta la protesta

Tornano a protestare i dipendenti che si occupanoi delle pulizie nelle scuole pubbliche. Questa mattina, davanti alla Prefettura, erano presenti anche le sigle sindacali convenzionali che hanno chiesto al prefetto delle risposte certe su quello che succederà tra due settimane.

Il countdown è ufficialmente cominciato, ma questa volta non si tratta di una di quelle classiche cose che si attendono con ansia e che non si vede l’ora che arrivino. Tra poco più di 14 giorni avverrà quello che i lavoratori ex Lsu, i dipendenti che si occupano delle pulizie nelle scuole pubbliche, temono tanto. La riduzione a 18 ore dell’orario di lavoro, con lo stipendio che, quindi, passa da 800 a 400 euro al mese a partire da marzo, e la sospensione dell’attività lavorativa nei mesi in cui non si svolge l’attività didattica, sta per diventare realtà, una tristissima realtà.

La trattativa di Regione e sindacati con la Dussman, l’azienda aggiudicataria dell’appalto che poteva dar vita ad una soluzione, si è interrotta da tempo e non è più ricominciata. Poi c’è la questione dei tavoli. Tutti i vertici nazionali, chiesti dai sindacati e che erano stati promessi ai lavoratori, infatti, non ci sono mai stati. L’ultimo, di natura regionale, si è tenuto il 28 gennaio e non ha portato a nulla di nuovo.

La legge di stabilità non sarà rispettata e l’unica proroga concessa ai lavoratori rimarrà quella concessa fino al 21 febbraio che ha permesso a tutti i dipendenti di respirare per altri due mesi. Ma, ora? Cosa succederà alle tante famiglie che vedranno le loro casse dimezzarsi da un reddito che già di per sé serviva a fronteggiare le spese minime di sussistenza?

Il tempo stringe ed i lavoratori accompagnati dalle sigle sindacali convenzionali (Cgil, Cisl, Uil) oggi sono tornati a protestare in Prefettura a chiedere un incontro con il Prefetto per avere delle risposte a queste domande che attanagliano le loro menti ed i loro pensieri.

Domenica Amadeo di Filcams Cgil, ci spiega: “Al Prefetto chiederemo delle risposte certe e, per quanto possibile, delle soluzioni. Se le cose restano così, da lunedì si comincia lo sciopero ad oltranza, con manifestazioni e proteste, che decideremo ed organizzeremo di volta in volta. I lavoratori sono stati abbandonati e si sentono lasciati soli da tutti, sia a livello nazionale che regionale”.

Sulle dichiarazioni del Ministro Carrozza, che aveva parlato di una valutazione della situazione, dice: “Non è sufficiente che il Ministro parli ancora di valutazioni. Qui il tempo stringe ed i lavoratori iniziano ad intravedere il baratro della povertà. Noi vogliamo delle risposte chiare perché non si sa quello che sarà il futuro dal 1 marzo in poi”.  

Ai sindacati autonomi che la settimana scorsa erano in protesta e che, in quella data, hanno accusato le sigle sindacali convenzionali di strizzare l’occhio ai politici e di lasciare soli i lavoratoi, la Amadeo risponde: “Sono accuse fuori luogo perché noi non abbiamo mai ricevuto proposte di internalizzazione. E noi continuiamo a dire che semmai arrivasse questa proposta non deve restare neanche un lavoratore fuori, ma deve essere una soluzione ottimale che comprenda tutti i dipendenti.



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