Il 25 novembre sta per arrivare e solo per il fatto che sia stato necessario creare una giornata che ricorda la violenza contro le donne risulta intollerante e inaccettabile. Una ricorrenza che appare assolutamente contro natura se pensiamo che sempre più donne vengono uccise e che sono proprio le donne stesse a donare la vita. Il femminicidio è ormai un fenomeno diffuso e scioccante ed è proprio quando determinate azioni diventano generalizzate e si normalizzato che lo Stato deve prendersi delle responsabilità, non trattandosi più di casi isolati.
La periodicità di questa assurda dinamica che sa di morte e di distruzione ci racconta che, in Italia, viene uccisa una donna ogni tre giorni. Cosa possono fare, dunque, le Istituzioni per invertire tutto questo? Ebbene, le soluzioni devono essere chiare e realizzarsi sin da subito. È necessario finanziare i centri anti-violenza, creare una rete di sostegno psicologico attraverso lo psicologo gratuito e una figura di riferimento esattamente come il medico di base, svolgere mensilmente delle assemblee scolastiche mirate all’insegnamento dell’educazione sessuale ed emotiva e coinvolgere possibilmente le famiglie in incontri di sostegno nel momento in cui essere genitori, nella società contemporanea, risulta sempre più difficile.
È questa la rotta da seguire, è questo il percorso che tutti insieme dobbiamo iniziare, perché una società che maltratta le donne è una società che ha fallito e che dev’essere rieducata. Per tanto, a tutti noi spetta il compito di salvaguardare queste creature speciali che sono l’incubatrice delle nostre comunità, questi esseri indispensabili alla base delle nostre famiglie e che garantiscono il proseguimento della vita, queste creature preziose e di rara bellezza che rispondono al nome di donne.
