La storia, a volte, è piena di silenzi, di falsificazioni, di mistificazioni, e se pur sia sempre maestra di vita, spesso gli uomini ne stravolgono il reale corso. Il silenzio sulla triste vicenda delle foibe è durato oltre 50 anni e si è interrotto solo negli anni Novanta.
Alla fine della Seconda guerra mondiale i partigiani di Tito, rivoluzionario, capo di Stato e dittatore jugoslavo al comando del movimento comunista della resistenza jugoslava contro tedeschi, croati e italiani, gettarono nelle foibe migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate, alcune ancora vive, colpevoli di essere italiane o contrarie al regime comunista. Le foibe sono delle cavità naturali, dei pozzi, presenti sul Carso, altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria. Circa 1.000 sono state le salme esumate, ma molte cavità sono irraggiungibili. Approssimativamente si può parlare di 6.000 – 7.000 persone uccise nelle Foibe, cui si aggiungono più di 3.000 persone scomparse nei gulag (campi di concentramento) di Tito.
Nel corso degli anni questi martiri sono stati dimenticati. La storiografia, la politica nazionale di un preciso arco temporale, e anche la scuola, hanno completamente cancellato il ricordo per tanto tempo. Dopo anni di silenzio, le vittime delle foibe vengono ora ricordate attraverso varie commemorazioni. A Lecce, in occasione di questa particolare giornata, si accende il tricolore sul Sedile: il palazzo di piazza Sant’ Oronzo si colorerà, infatti, di bianco, rosso e verde in memoria del massacro al fine di sensibilizzare i cittadini. In ricordo del massacro, l’assessore al Marketing Territoriale, agli Spettacoli e agli Eventi, Luigi Coclite ha affermato che “Il martirio delle foibe è il più esemplare degli insegnamenti per chi guarda in avanti e vuole costruire il futuro. […] Conoscere la nostra storia è fondamentale per evitare che episodi simili possano nuovamente accadere”.
Il massacro delle foibe rappresenta una triste pagina della storia nazionale italiana che per troppo tempo è caduta nel dimenticatoio. E’ invece indispensabile ricordare affinché tragedie di questo genere non si ripetano in futuro. Il ricordo è la memoria, è il passato, parte delle nostre radici.
Serena Rizzo
Maria Chiara Pataleo
