Una sconfitta per tutti, una sconfitta che non si è riusciti a scongiurare e che rende tutti più poveri, soprattutto rende più povera l’offerta culturale leccese, ma non solo, pugliese in generale. Dopo circa 30 anni, infatti, chiude l’Orchestra Ico Tito Schipa e con essa una delle più belle realtà musicali e culturali del Sud e dell’Italia. Un altro centro di produzione scompare e con esso scompare anche la possibilità di mantenere uno dei pochi contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo riconosciuti al meridione d'Italia.
Il segretario generale comprensoriale della Cgil di Lecce e Brindisi, Salvatore Labriola, attraverso la divulgazione di una nota stampa, esprime tutto il suo rammarico e la sua rabbia per quanto sta accadendo: “Abbiamo perso tutti e siamo tutti più poveri e le responsabilità non possono essere, oggi, scaricate sui soli professori d'orchestra, rei di non aver sottoscritto un accordo individuale, che comunque rappresentava solo un impegno per una prospettiva ancora da scrivere, ma riguardano anche chi in questi anni ha gestito la Fondazione in maniera miope e finalizzata ai soli interessi d’immagine politica”.
Le parole di Labriola, però, non sono riferite solo all’ultima gestione, ma tende a precisare che: “Non parlo ovviamente solo dell'ultima gestione. L'Orchestra Ico Tito Schiapa di Lecce si sarebbe dovuta mettere in sicurezza prima. È mancata quella che una volta si chiamava volontà politica. Prima della chiusura delle Provincie, prima che la coperta diventasse corta, prima che l’onda anomala della legge “Delrio”, sommergesse sogni, aspettative e posti lavoro”.
“Io – prosegue e conclude – in questo progetto credevo e forse credo ancora, peccato che non sia stato pienamente capito e condiviso. Spero che ci possano comunque essere nuove opportunità e che l’idea del Sindaco di Bari, di un consorzio regionale delle orchestre pugliesi, possa diventare un progetto reale, che in qualche maniera recuperi questa eccellenza”.