Mps-Unicredit, con la fusione a rischio 850 posti in Salento. I sindacati in sciopero

La vertenza riguarda 850 dipendenti in Salento, 5mila a livello nazionale. Previsto per domani uno sciopero unitario. I sindacati: “Lavoratrici e lavoratori hanno diritto di sapere cosa li aspetta”.

Sarà sciopero unitario contro i rischi della fusione Mps-Unicredit. Un’operazione che mette a repentaglio 5mila posti di lavoro a livello nazionale; 850 nel solo Salento. Ma i sindacati non ci stanno e dettano le condizioni: rifiuto delle esternalizzazioni, garanzia di parità di trattamento dei dipendenti. E la salvaguardia dei posti di lavoro, che porta Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil e Unisin a proclamare per domani lo sciopero unitario, contro i rischi di un’operazione complessa che dovrebbe coinvolgere anche il Mediocredito Centrale, di proprietà Invitalia, già dotato – come Unicredit – di una direzione generale e di propri centri direzionali. E in cui, gioco-forza, non troverebbero spazio i lavoratori della Mps.

“Lavoratrici e lavoratori hanno diritto di sapere che cosa li aspetta”, è il proclama del segretario generale della Fisac Cgil Lecce, Maurizio Miggiano. “L’impatto sul Salento del paventato spezzatino – continua – potrebbe essere devastante sul piano occupazionale. Tra consorzio, media-center e Widiba al centro direzionale di Lecce rischiano il posto centinaia di persone: non vorremmo che la soluzione a cui stanno lavorando i vertici delle Banche e il Mef sia la mera esternalizzazione. Sarebbe una beffa, visto il precedente di Fruendo, operazione bocciata dai tribunali e che ha già creato disparità di trattamento tra lavoratori”.

Una questione, quella della disparità, che torna anche in relazione ai dipendenti che saranno accompagnati alla pensione con la fusione Unicredit-Mps: Unicredit garantisce l’accesso al Fondo di solidarietà a condizione più vantaggiose di Mediocredito, e per questo i sindacati temono che possano esserci discriminazioni anche su questo fronte.

Sul tema torna Paola Boccardo, della segreteria di coordinamento nazionale Mps per Fisac: “La diaspora di lavoratrici e lavoratori –avverte Boccardo – provocherebbe disparità di trattamento tra i dipendenti, per esempio tra chi confluirà in Unicredit, chi in Mediocredito e chi in società che magari neppure applicano il contratto di settore. Senza contare inevitabili dubbi del personale su mansioni future e sede del lavoro. L’operazione di aggregazione deve quindi restare unica, con l’obiettivo di salvaguardare i lavoratori dal punto di vista contrattuale, economico e normativo”.



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