«Ecco come il Governo ha scansato l’applicazione delle direttive Seveso al gasdotto Tap. Sono spaventati a morte dall’incidente accaduto in Austria perché sanno di avere violato la legge, il buonsenso ed il rispetto della vita umana e dell’ambiente». Le parole, pesanti, arrivano dalla bacheca del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che le ha usate per condividere un articolo del ‘L’Espresso’ dal titolo «Tap, quei rischi estremamente rilevanti nei nuovi studi».
Il «settimanale di politica, cultura ed economia» ha svelato un retroscena sulla costruzione del terminale del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline che riguarda uno scontro tra ministeri e “l’irrituale” interpretazione di una lettera della Commissione europea consultata per fare chiarezza sulla la dibattuta «Direttiva Seveso» che obbliga a rispettare precisi parametri e a consultare la popolazione per la costruzione di stabilimenti “a rischio di incidente rilevante”.
«La Direttiva Seveso non si applica al Terminale di ricezione di Tap e sul tema si sono espressi con sentenza definitiva sia la magistratura amministrativa che quella ordinaria» tuona la multinazionale per rispondere alle affermazioni del Governatore che presenterà un esposto in Procura “che mira a salvaguardare l’incolumità pubblica dalla incosciente decisione del Governo di ritenere non assoggettabile alle direttive Seveso l’impianto Tap”.
Insomma, dopo l’incidente accaduto in Austria la battaglia tra le due posizioni in campo è diventata solo più agguerrita.
