
Ciò che ha scritto, nero su bianco, in una lettera il direttore generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche, Gilberto Dialuce, secondo la multinazionale che dovrà costruire il tanto contestato gasdotto, mette a tacere le polemiche scoppiate in questi giorni. Nella missiva, infatti, si legge testualmente: «La società può iniziare i lavori in qualsiasi area del progetto autorizzato e relativamente a qualsiasi porzione di opera e a qualunque tipo di lavoro purché ottemperate le relative prescrizioni». La comunicazione del Mise, il ministero dello Sviluppo economico, considera insomma legittima l'apertura del cantiere. Di conseguenza, la Trans Adriatic Pipeline parla di “termini rispettati”.
Non la pensa esattamente così, il Comune di Melendugno secondo cui recintare l’area in località Fanfula, legare una rete intorno agli alberi come ha fatto Tap domenica sera, in un momento in cui il paese era impegnato nei festeggiamenti della Madonna di Roca, apporre un cartello ed eseguire alcune attività preliminari non significa avviare l’opera, né rispettare il crono-programma e quindi la scadenza di avvio lavori fissata dall’autorizzazione unica per il 16 maggio.
Le attività finalizzate a rilevare l’eventuale presenza di ordigni bellici inesplosi e le indagini per accertare l’eventuale presenza di reperti archeologici considerati dal primo cittadino, Marco Potì “goffi tentativi di nascondere la mancata ottemperanza al termine di inizio dei lavori” per il Mise «costituiscono le prime attività di avvio del cantiere». E quindi, ribadisce, «si ritiene congruente la comunicazione di inizio lavori della società Tap con quanto previsto nel Dm 20».
Insomma, con il platec del Mise la Tap grida vittoria, ma siamo certi che si tratta solo di un piccolo ‘trionfo’ in quella che fin dall’inizio è sembrata a tutti una battaglia all’ultimo sangue.