Udite, udite! Appassionati di videogiochi a livelli competitivi, questo è un passo estremamente importante: sembra, infatti, che il Comitato Internazionale dei Giochi Olimpici stia creando i Giochi Olimpici di eSports. Esatto, avete capito bene, si tratta di un evento che vedrà gli atleti di eSports gareggiare ai massimi livelli.
Se i giochi a livello competitivo sono una nicchia per pochi, è anche vero che osservare dei giocatori “agonistici” che conoscono a menadito le dinamiche di un gioco – e possono competere contro altre squadre capaci di fare altrettanto – sia qualcosa di certamente interessante per molti.
Si tratta di una rivoluzione vera e propria, che vede i videogiochi entrare nell’Olimpo dei giochi più competitivi in assoluto. Ma vediamo meglio alcune fasi che hanno caratterizzato questa decisione e alcune conseguenze.
Partiamo dalle notizie positive
Cominciamo subito parlando brevemente degli eSports: queste competizioni ai livelli massimi dei videogiochi sono sicuramente sempre più seguite e gettonate, in particolare dai fan giovani e giovanissimi che desiderano guardare una partita disputata da giocatori di altissima capacità tecnica e preparazione.
Il fenomeno si può dire che sia cominciato con YouTube, dove alcuni youtuber di fama internazionale ospitavano delle live streaming o pubblicavano video dove giocavano a Fortnite, Call of Duty:Warzone, DayZ e molti altri giochi caratterizzati da un elevato livello di strategia, tanta azione e un pizzico di fortuna.
E risulta evidente come le pressioni attorno all’industria degli eSports siano aumentate sempre più. Già esistono numerose competizioni a livello internazionale, come il Cyber World Games, il DreamHack e la Electronic Sports World Cup, organizzate dalla MLG (Major League Cup) e dalla ESL (Electronic Sports League).
Tanto per capirci, i numeri parlano chiaro: il pubblico stimato nel 2019 era di circa 454 milioni di persone, una somma già assai elevata, che tuttavia ha raggiunto nel 2022 circa 645 milioni di spettatori, con un incremento percentuale del 14% a livello globale.
La diffusione del fenomeno è evidente non solo nelle statistiche, ma anche nei forum, nei giornali digitali di tutta Italia e nel mondo, ma anche presso piattaforme dedicate al gioco d’azzardo come Askgamblers Italia. Forse non sapevi che è possibile scommettere sull’esito di una partita di eSports! Esatto, non solo più calcio, ippica o altri sport: oggi, si può fare un pronostico anche sulle competizioni digitali nel mondo dei videogiochi, puntando su giochi come Dota 2, Counter-Strike, Valorant e molti altri ancora.
Insomma, l’industria dei videogiochi da tempo raccoglie sempre più persone, e ci sono dei validi motivi per cui si è spinta verso una competizione a livello globale e sotto i riflettori. Questi sono alcuni dei motivi per cui il Comitato Internazionale delle Olimpiadi ha votato a favore di una preparazione delle competizioni digitali già dal 2025. Si terranno in Arabia Saudita, con un accordo della durata di 12 anni. Il processo, iniziato a Losanna nell’ormai lontano 2017, sembra finalmente giungere a qualcosa di concreto.
Ebbene, tutto è bene quel che finisce bene, giusto? Non proprio. Ci sono, infatti, dei punti critici da considerare.
Gli ostacoli a questo ambizioso piano
Tra i punti critici da considerare che potrebbero ostacolare la nascita degli eSports olimpici troviamo alcuni temi importanti, come il doping, l’incertezza organizzativa e il match fixing. Tuttavia, uno in particolare emerge come significativo: il tema della violenza.
Alcuni giochi, infatti, mostrano sugli schermi scenari di violenza che, sebbene fittizia, vanno contro i principi stabiliti dalla Carta Olimpica: il problema, tuttavia, sembra facilmente risolvibile. Basterà selezionare alcuni giochi, presentando quelli che non risultano particolarmente violenti. Per il resto, dunque, tutto sembra essere possibile.
Per quanto riguarda il doping, bisogna considerare che l’alterazione delle prestazioni non sarà soltanto fisica, ma anche e soprattutto mentale: questi problemi si possono risolvere introducendo nuove meccaniche di controllo, ivi compresa l’Intelligenza Artificiale che può dare una grossa mano nell’individuare schemi al di fuori del comportamento umano “normale” o l’utilizzo di cheat (trucchi) per migliorare le prestazioni in gioco.
Il lato organizzativo è più evidente: le Olimpiadi dovranno prepararsi per gestire questo nuovo flusso di atleti, con i loro bisogni e le loro necessità, oltre che un pubblico caratterizzato da comportamenti differenti. Bisognerà, inoltre, garantire il principio del “super partes” degli organizzatori olimpici.
Infine, abbiamo anche il match fixing, che non è altro che il bisogno di assicurare che le competizioni si svolgano tra giocatori che abbiano più o meno le stesse capacità. Altrimenti, il risultato finale potrebbe diventare scontato, con ripercussioni sia sulla fiducia verso i giochi olimpici di eSports, sia verso gli atleti stessi che parteciperebbero così in condizioni del tutto sfavorevoli.
In attesa del 2025
Il tempo passa in fretta e il 2025 arriverà molto presto. Non c’è molto che possiamo fare al momento, se non attendere con pazienza e tenerci aggiornati sulle ultime novità in merito a questo mondo dinamico e in costante cambiamento.
La speranza è che effettivamente si riuscirà ad arrivare ad avere delle competizioni di eSports, che entrerebbero a pieno diritto nell’Olimpo dei giochi, con tutti i benefici del caso.