Così come la giornata internazionale contro la violenza sulle donne il fatto stesso che esista una ricorrenza che ricordi e denunci i diritti umani violati è il fallimento di un’intera società, laddove cultura, senso comune e Istituzioni hanno creato, già da tempo e inesorabilmente, una spirale distruttiva che ha visto risucchiare molti di quei diritti che, con l’inizio del pensiero moderno, si credeva di aver raggiunto.
Un’illusione tangibile e concreta se pensiamo a quanto la cronaca ci segnali ogni giorno episodi che lasciano immobili e gelati, dalla violenza sulle donne, alla drammatica situazione in Iran, dalla guerra in Ucraina, ai regimi totalitaristi, presenti ancora in molti Paesi e in antitesi con i concetti di democrazia e libertà che dovrebbero, invece, coinvolgere tutti i popoli. Molte le manifestazioni che, ogni giorno, hanno come filo conduttore il superamento di una mentalità crudele e selettiva, ma che spesso subiscono l’effetto contrario, perché anche far sentire la propria voce in maniera pacifica equivale, in molti luoghi del mondo, a patire terribili conseguenze, dal carcere, all’impiccagione, alle sentenze capitali. Un colpo al cuore.
Scende in campo proprio oggi lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare che la violazione dei diritti umani riguarda soprattutto le categorie più fragili, vittime molto spesso di un sistema tossico e confuso e proclamando l’Italia come Paese in prima linea nella lotta contro i principali diritti di libertà violati, sia in ambito nazionale, che oltre confine.
È dal 10 dicembre 1948, infatti, che l’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma il rispetto della persona e delle sue libertà fondamentali come diritto che appartiene a tutta l’umanità, ma il tema di quest’anno ‘dignità, libertà e giustizia per tutti’ richiama a traguardi che, in molte parti del mondo, non sono stati ancora raggiunti.
Perchè il sacrificio di moltissime vittime non sia stato vano e per non dimenticare anni di lotte e sangue, ecco che la strada da percorrere dev’essere ancora insieme, affollata e incalzante, temeraria e decisa, laddove arrendersi o tacere significherebbe essere colpevoli e omertosi nei confronti di pratiche inaccettabili e di freddi giochi di potere, mirati a svilire totalmente l’uomo in quello che è il suo bene più prezioso: la libertà.