
Dai poeti ai pensatori, dagli studiosi ai coltivatori. Chiunque ha reso un suo pensiero personale sulla bevanda più amata del mondo. Protagonista delle grigliate, seduta ai falò o agli aperitivi, a cantare ai concerti o a vedere le partite, la birra è da sempre compagna assoluta di ogni momento, soprattutto nelle estati in cui è regina con la sua giornata dedicata che cade sempre il primo venerdì del mese di agosto.
Come nasce questa ricorrenza?
La Giornata Mondiale della Birra nasce nel 2007 a Santa Cruz in California, ideata da Jesse Avshalomov, con la prima edizione si è tenuta nel 2008. Un piccola festa che ha coinvolto vari Stati della West Coast americana e piaciuta così tanto,che oggi viene celebrata in 80 nazioni diverse dei 6 continenti. Ha tre obiettivi:
- riunire gli appassionati di birra e condividere gli assaggi
- celebrare chi produce e serve la bevanda
- unire il mondo sotto il segno della birra, celebrando tutte le espressioni brassicole in una sola giornata.
Per l’occasione, tutti gli appassionati di birra si riuniscono per assaggiare, celebrare e divulgare la cultura della bevanda e negli Stati Uniti la tradizione vuole che si regalari un “six pack”, una confezione da 6 bottiglie o lattine, ai propri amici.
Leggenda e storia sulla nascita birra
Una antica leggenda narra che nel 10.000 A.C. nella Mezzaluna Fertile, precisamente in Mesopotamia, una donna sbadata, dopo la raccolta dei cereali, li dimenticò alle intemperie in un’anfora. La pioggia che cadde riempì il contenitore bagnando i semi ed innescando, in maniera del tutto casuale, la fermentazione, dando vita ad una sostanza liquida dolciastra che è piaciuta subito all’uomo, spingendolo a specializzarsi nella sua produzione. Per cui secondo la leggenda, la birra è donna.
La storia documentata, invece, pone una data alla nascita della birra, collocata fra il 5000 ed il 4000 A.C. ad opera dei Sumeri. Il primo documento che prova l’esistenza della birra ad opera di questo popolo, infatti, è una tavoletta di terracotta denominata “Monument Bleu”, conservata nel museo parigino del Louvre.
Da dove deriva il nome ‘birra’
L’origine della parola birra non è ancora del tutto certa. Esistono due tesi che sono quelle più accreditate. La prima teoria accredita la parola birra al tedesco “bior” o “beor”, che a sua volta potrebbe derivare dal sassone bere che significa orzo, oppure dal latino biber, che significa bevanda. Dalla parola tedesca, poi, sono nate tutte le parole moderne che indicano la birra come beer (inglese) bière (francese) Bier (tedesco).
La seconda è dovuta all’inglese “ale” e allo spagnolo “cerveza”. Probabilmente, il termine ale designava l’idromele, una bevanda molto diffusa all’epoca, che poi ha mutato significato fino a indicare la birra ad alta fermentazione. Mentre la parola cerveza sembra arrivi direttamente dal latino, cervēsia, un nome derivato dalla dea Cerere e che indicava la birra senza luppolo.
La grande importanza della schiuma
Spesso si è portati a credere che la schiuma non serva a niente. Un errore piuttosto comune. Essa in realtà serve a proteggere la birra dall’ossidazione “poiché il peggior nemico della birra è l’aria“. La schiuma, spiegano gli esperti, si forma “grazie alle proteine presenti nella bevanda”. L’assenza della schiuma o la sua scarsezza può essere dovuta allo stile di birra, al tipo di servizio o alla presenza di tracce di grasso. Una schiuma troppo abbondante può essere dovuta alla pressione dell’impianto di spillatura, alla temperatura della birra o a una cattiva rifermentazione in bottiglia”. La “cultura della schiuma” cambia da Paese a Paese: quasi assente nel Regno Unito, diventa, invece, un vero e proprio must in Germania.
La birra più costosa al mondo
La più costosa al mondo è la Vielle Bon Securs, venduta per il “modico” prezzo di 1000 dollari a bottiglia, per chi fosse interessato all’acquisto la trova in esclusiva al Bierdrome di Londra.
Una birra per ogni alimento
Un altro luogo comune è che la birra non si abbini al cibo. Al contrario, proprio come avviene con il vino, ogni tipologia può accompagnare una determinata pietanza. Ad esempio accanto ai frutti di mare sono perfette le leggere Pils e le Weizen. Con una lasagna è invece meglio scegliere una corposa Brown Ale. Si può accompagnare un intero pasto con la birra: basta iniziare con quelle “dal sapore più dolce, per concludere con quelle più intense e forti”. L’abbinamento può essere fatto in equilibrio o in contrasto di sapori.
L’Italia e il legame con la birra
Un’altra convinzione radicata è che l’Italia non sia un Paese di birre. I dati dicono però il contrario. Dal 1996 al 2017 i birrifici locali sono passati da 8 a 833. Sono per lo più concentrati al Nord, ma la cosa più importante è che l’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una legge che definisce la birra artigianale. Durante il periodo del lockdown, inoltre, questa bevanda ha contribuito a mantenere ben saldi i rapporti con gli altri anche nei momenti più bui della pandemia, ad affermarlo il 37 per cento degli intervistati.
Perché si dice “a tutta birra”?
In passato la birra veniva assunta anche come sostanza energetica: i carrettieri, per esempio, ne davano un po’ anche ai loro cavalli prima di affrontare la parte più difficile del percorso. Ancora adesso, nell’alimentazione del cavallo sportivo, per aumentarne le prestazioni, si consiglia di aggiungere alla normale razione anche del lievito di birra.
“Conoscere i luoghi, vicini o lontani, non vale la pena, non è che teoria; saper dove meglio si spini la birra, è pratica, è vera geografia.”
Johann Wolfgang Goethe