“Se è satira quella di Gene Gnocchi lo è anche la mia”. Giovanni De Luca si difende e invita Selvaggia Lucarelli in Salento

Dopo il post pubblicato da Selvaggia Lucarelli in cui citava una frase scritta da Giovanni De Luca, il Presidente del Consiglio Comunale di Novoli ha deciso di replicare e invitare la blogger in Salento.

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«Secondo Selvaggia Lucarelli è normale satira che non dovrebbe offendere i parenti della Petacci, quella di Gene Gnocchi che chiama “Claretta” l’ipotetico maiale del presidente del mio partito, Giorgia Meloni, mentre per aver apposto ad una gatta che ho avuto e spesso gravida il nome di Selvaggia (nome comune di persona come tante ce ne saranno in Italia e nel mondo), mi vedo annoverato, ingiustamente, ad una lista di facinorosi “odiatori” seriali della signora Lucarelli». Ha deciso di mettere i puntini sulle i Giovanni De Luca, il presidente del Consiglio comunale di Novoli finito nel mirino degli internauti dopo un post pubblicato, dalla blogger, sulla sua seguitissima pagina Facebook.

La scrittrice aveva citato il politico salentino per dimostrare che dietro l’odio che corre sui social non sempre si nascondono volti di “derelitti disagiati”. Anzi, spesso hanno il nome di “Politici, figli di politici, liberi professionisti, giornalisti”.

“Queste sono le vostre facce. Guardatevi. E fatevi un po’ schifo, se potete” aveva concluso la opinion leader che, da gennaio, è stata nominata nuova responsabile web di Rolling Stone Italia. Ma De Luca – che sul suo profilo aveva scritto «Avevo una gatta che si chiamava Selvaggia, tornava sempre gravida» – ora si difende e lo fa sulle colonne di Leccenews24.   

La replica

«La mia è solo sagace e pungente ironia, attraverso la quale, sotto forma di satira e con pungente umorismo, ho voluto condividere con altri internauti la ricerca del paradossale con cui ho prodotto spunti di riflessione morale ed al solo fine di far comprendere l’infelice prodotto artistico del comico Gnocchi, la inopportuna logica della doppia morale. L’averla portata alla ribalta nazionale non ha generato nient’altro che altra ironia, con interventi di alcuni fans della Lucarelli verso di me, del tipo: “secondo me la ingravida lui la gatta”. Ho sorriso. Se pur Lucarelli riconosce che avrebbe prodotto solo lo scherzo di pochi interventi sulla mia bacheca e senza che nessuno sia trasceso in scurrili offese che mai avrei permesso, le ho chiesto scusa, è sempre una donna e mi infastidisce l’idea di aver urtato la sua sensibilità».

«Di contro, mi sono ritrovato accostato ad altre persone che hanno usato altre affermazioni ed indicibili epiteti verso la nota giornalista che con un “cappelletto” sulla sua pagina Facebook a dir poco “forzato” ha dichiarato: “dal figlio dell’On … al Presidente del Consiglio comunale di Novoli, quelli che in questi giorni mi hanno dato della p. o della lurida per aver difeso Gene Gnocchi”.  Non ho dato della p. o della lurida a nessuno, mentre l’accostamento della mia figura agli altri dai quali prendo le distanze condannandone i contenuti, hanno scatenato una pletora di “webeti” contro la mia persona con insulti altrettanto indicibili. È la doppia morale dei VIP? Cosa voleva dire Gene Gnocchi, nel difendersi: “Mi dispiace se qualcuno si è sentito toccato ma rivendico il diritto di satira” (Huffington Post)?  E le scuse?  Le mie le ho avanzate a Selvaggia, Gnocchi non lo ha fatto al cospetto dei parenti di Claretta Petacci. Questa differenza di stile, mi sia consentito, va rimarcata con forza. Come auspicio mi piacerebbe che Claretta Petacci fosse lasciata riposare in pace».

La satira di Gene Gnocchi che ha sollevato un vespaio di polemiche

Il maiale della Romanina “paparazzato” tra i rifiuti della Capitale ha un nome e cognome. Secondo il comico si chiama Claretta Petacci o almeno così ha sostenuto nel salotto di Floris paragonando paragonato l’animale femmina all’amante di Benito Mussolini.

“Selvaggia, ti invito in Salento”

«In ultimo, mi auguro che Selvaggia Lucarelli comprenda il mio ragionamento ammettendo l’errore, o per lo meno, il pessimo gusto della infelice battuta di Gene Gnocchi per poi avere con lei, un cordiale colloquio magari degustando un calice di Moscato passito di Novoli, qualora Lei Gradisca. È un invito».



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