Giovedì grasso, primo giorno di Carnevale…ma perché si chiama così?

Giovedì Grasso segna l’inizio del carnevale che terminerà martedì grasso, ultimo giorno prima del periodo di Quaresima. Ma perché si chiama “grasso”?

Carnevale, la festa più colorata dell’anno, anche se si ‘diverte’ a cadere in una settimana sempre diversa sul calendario, può contare su due giorni che segnano l’inizio e la fine del periodo dedicato a coriandoli e maschere: il giovedì e il martedì grasso, l’ultima opportunità di ‘divertirsi’ prima del mercoledì delle Ceneri che dà il via alla Quaresima. Ma perché si usa il termine ‘grasso’? La spiegazione sta nel cibo! Se i 40 giorni che conducono alla Resurrezione di Gesù sono scanditi dal digiuno, la parola d’ordine nel periodo precedente è l’eccesso, anche gastronomico. Non si può o non si dovrebbe rinunciare a nulla, né alla carne né ai dolci tipici di Carnevale, come le chiacchere (o frappe o bugie, a seconda della regione) le frittelle, le castagnole e tutte le golosità che cominciano a comparire nelle pasticcerie.

Perché si chiama giovedì grasso?

Giovedì Grasso, conosciuto anche come “Mardi Gras” o “Fat Thursday”, ha una tradizione antica, legata alla Pasqua, una delle più importanti celebrazioni (se non la più importante) del Cristianesimo. Tutto nasce dalla parola “carnevale”, che deriva dal latino “carnem levare”, traducibile più o meno come “eliminare la carne”, una necessità tutta cristiana legata al lungo periodo di rinunce previsto subito dopo il Carnevale.

La caratteristica principale di questo periodo in cui “ogni scherzo vale” è l’abbondanza, il fatto di potersi concedere qualche peccato di gola in più. Per questo, martedì e giovedì hanno guadagnato il soprannome di “grasso”…per via delle delizi consumate prima del periodo di astinenza. È una festa che celebra l’abbondanza prima della rinuncia, l’indulgenza prima della penitenza.

Insomma, dietro alla sua apparenza, il Giovedì Grasso, con il suo nome evocativo e la sua ricca storia, offre anche una lezione preziosa. Ci ricorda di apprezzare i momenti di abbondanza e di gioia, è un promemoria che la vita è fatta di cicli, di alti e bassi, di momenti di indulgenza e di sacrificio, ma che ogni fase ha il suo valore e la sua bellezza unica.