Gli auguri dei professionisti salentini. Cristina Circhetta: ‘Il consulente deve saper fare, ma anche saper essere’

Maria Cristina Circhetta, consulente del lavoro e presidente dell’associazione ‘Professionisti per le Imprese’, fa gli auguri di Natale attraverso le colonne di LecceNews24.it, ricordando quanto sia importante, per un bravo giuslavorista, ‘saper fare, ma anche saper essere’.

Il consulente del lavoro, si sa, rappresenta – oltre che un professionista – un “medico” per l’azienda che segue nel suo ciclo produttivo. Gli imprenditori non figurano solo alla stregua di semplici clienti. Parliamo, invece, di vere e proprie persone da accompagnare lungo i percorsi di vita della loro attività. Entrambi, nei loro diversi ruoli e compiti, puntano al comune obiettivo di crescere in un mercato che rispecchia i cambiamenti delle  normative in materia. Le festività natalizie divengono, dunque, l’occasione giusta per fermarsi un attimo a riflettere. Sulle opportunità del territorio, sul lavoro, sul rapporto tra chi gestisce una realtà economica e il proprio consulente. Non potevano mancare, allora, gli auguri di Maria Cristina Circhetta, presidente dell’Associazione Professionisti per le Imprese”, da sempre in prima linea nell’organizzazione di seminari e convegni volti alla conoscenza sì delle leggi in continuo mutamento, ma soprattutto degli associati durante la formazione.
 
«Ho interesse a sottolineare che ‘Professionisti per le Imprese’ è assolutamente apolitica – spiega la professionista salentina –, senza fini di lucro, costituita da giuslavoristi seri e validi. La ricompensa è che il fare dell'associazione porta arricchimento e sapere. Dal 1988 ad oggi, tantissimi passi avanti sono stati compiuti»». Perché, dunque, occorre oggigiorno affidarsi alle mani di un profondo conoscitore della materia? «Non siamo semplici compilatori di moduli – prosegue –, sicuramente compilare un cedolino richiede la conoscenza di normative complesse, ma quello che ci bastava 20 anni fa, oggi non basta più. Alla base serve il sapere. Un bravo consulente deve saper fare, ma anche saper essere. Noi non produciamo un prodotto, bensì la nostra consulenza, che rispecchia ciò che noi siamo come persone. Abbiamo investito molto sulla formazione, utile a chi poi ritorna in studio con strumenti utili ai clienti».
 
Poi, qualche numero sull’associazione: «In 7 anni, 70 incontri formativi con vari esponenti del settore. Il costo? Poco più di 10 euro al mese, ovvero la quota associativa. Un vantaggio, un risparmio di energie e per di più effettuato sul nostro territorio. L’obiettivo? Sopravvivere nel mondo del mercato. Cosa significa, oggi, fare una buona assunzione? Tanti i rompicapo e le norme che si sovrappongono. Occorre, pertanto, fare gruppo e difendere la nostra professionalità. Dobbiamo fare rete tra professionisti altrimenti si rischia di restare ancorati sui cedolini senza guardare cosa offre il mercato».
 
«La matematica, forse, nelle relazioni tra persone non funziona. Il futuro è nella capacità di intercettare il mondo attorno a noi. Pensiamo al piano 4.0 o alla digitalizzazione. Apriamo un punto di domanda. Incontriamoci per contaminare le idee. All'inizio tutto può sembrare difficile, ma la parola ‘impossibile’ non esiste. Semmai è difficile.

Questo ci insegna – conclude – che nella vita è importante sognare. Alcuni consulenti hanno saputo sognare e, quindi, portare a casa risultati».



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