Guerra a Milano. Tanto la colpa è sempre della polizia…

Dopo le devastazioni nel centro di Milano da parte dei Black Block si riaccende la polemica sul servizio d’ordine. La polizia sempre nel mirino, mentre gli altri Paesi ridono di noi. C’è chi si accontenta e dice: ‘Abbiamo limitato i danni, almeno…’ L’editoriale di leccenews24.

Si può  accettare di vedersi bruciata la macchina e distrutto il negozio? E' giusto consentire la devastazione di una città? Forse la risposta è si, forse in Italia è  giusto, ed è  anche la normale conseguenza di una certa cultura, quella cultura che preferisce condannare i poliziotti, gettare fango sulle forze dell'ordine e sputare addosso ai diritti dei cittadini perbene.  

In Italia funziona così, lo abbiamo imparato dopo i drammatici eventi di Genova, i mascalzoni  sono diventati i carabinieri, non i delinquenti che hanno aggredito e assaltato una città dalla nobile cultura. Lo sanno anche all'estero ormai e lo hanno scritto oggi alcuni importanti quotidiani stranieri. EL Pais ha detto che l'Italia sa prevedere una sommossa ma non sa come evitarla. E certo… come si può  evitarla, forse  con una preghiera? Se i nostri poliziotti non possono nemmeno alzare un manganello, come si può  pensare di fermare un orda di barbari scatenati e assetati di sangue?

La bestialità  di ieri avrebbe bisogno di ben altri rimedi  per essere evitata,  ma gli effetti collaterali di una stampede animalesca ricadrebbero inevitabilmente sulle forze dell'ordine,  le quali, se facessero il loro dovere (garantire l'ordine pubblico prima di tutto), verrebbero immediatamente processate. Insomma il mondo va al contrario dalle nostre parti, ed è  talmente chiaro che la nostra polizia è  spaventata e inibita da tutto il corredo ideologico di questi anni che i criminali hanno capito che in Italia si può. Si può fare danno, si può fare la guerra nelle strade, si può distruggere il senso dello Stato.

Perché  nessuno ha il mandato di impedirlo a tutti i costi. Alla gente onesta e timorata di Dio non resta che imprecare contro quelle anime perdute alle quali comunque nulla va perdonato e alle quali vorremmo poter restituire il loro disprezzo, senza poterci riuscire ovviamente. Ma ci consola il fatto che sono criminali che hanno già  perso in partenza la loro partita, esseri privi di ogni dignità  umana, i quali probabilmente dalla vita avranno ancor meno di quel che dicono di non aver avuto, e insieme a loro tutti quelli che continuano ad alimentare e incoraggiare fatti come  quelli di ieri, fatti che accadranno ancora, di sicuro, fintanto che i nostri servitori dello Stato saranno proccessati per tortura o altre porcherie del genere.



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