Dalle ore 18, stasera, presso la Biblioteca comunale Sant’Angelo, in via Sant’Angelo a Gallipoli, uno di quegli eventi letterari, miranti a scuotere e a mettere a nudo il lettore. Di questo è capace un’ artista raffinata che mai si nasconde e che anzi spesso e volentieri apre il suo salotto ad interpreti ed animatori della cultura nazionale e salentina in particolare.
Stiamo parlando della poetessa Maria Rita Bozzetti, romana di nascita, ma galatinese di adozione, una scrittrice ormai esperta, con al suo attivo diversi libri di poesia, un bellissimo romanzo, edito da Lepisma nel 2009 e anche un interessante saggio La parola pura del nostro destino, uscito nel 2013 per le Edizioni Feeria.
Con I due Pinocchio, edito da Milella, la Bozzetti rende sensibilmente percepibile una riapparizione del Pinocchio della nostra infanzia, giungendo con quest’opera, non a caso dopo il bellissimo libro-confessione Lettura al rovescio. Se in quel caso il prof. Pietro Giannini nella postfazione esaltò il fluire dell’ “ opera arte che si muove tra due poli estremi: la profondità dell’animo e l’altezza del cielo”, ora bisognerebbe dire che la sua parola spicca un altro volo leggiadro conducendoci davanti ad un altro sorprendente orizzonte.
L’incontro, organizzato da Lions, Fidapa (sezione Gallipoli e dall’Associazione Ionia di Sannicola vedrà l’intervento dei seguenti relatori: Anita Marzano, Dolores Scordari, Marilena Di Stasio, Maria Occhinegro ed Alessio Paiano. La voce narrante sarà quella di Maria Cristina Tundo, momenti musicali a cura di Antonio Stasi.
Dopo le vette sfiorate in quell’eccelso dialogo poetico, Maria Rita Bozzetti, infatti, muove ancora l’estro e l’ispirazione verso una narrazione che quasi ci ipnotizza, inventa un viaggio nella coscienza, dopo un percorso tormentato, non scevro da considerazioni morali e dal confronto-scontro con la precarietà umana. In tutto ciò vive il suo Pinocchio che, come conferma la stessa Autrice, ” diviene quasi icona delle miserie e dei turbamenti che nell’esistenza quotidiana spesso ci esasperano e ci alienano”.
Per Suor Luciana Myriam Mele, che ne ha da subito apprezzato la profondità, la parola della Bozzetti “sembra disegnare, nelle avventure narrate, una mappa delle tortuosità nelle quali si dibatte la nostra vita. Tortuosità, si. Il nostro Pinocchio ce ne rende consapevoli non più con i cari accenti toscani del Collodi , ma con il ritmo pensoso di questo poemetto. L’autrice ci pone dinanzi all’urgenza ed alla necessità dell’ascolto, dell’ascolto di una vocina”.
di Fausto Melissano
