I Giovani e il Giubileo: in Piazza Duomo un piccolo ‘antipasto’ della Gmg 2016

Il Giubileo dei Giovani si è tenuto ieri, in Piazza Duomo, assieme al Vescovo Domenico D’Ambrosio. Evento organizzato dall’equipe di Pastorale Giovanile. Danza, riflessioni e momenti di preghiera hanno caratterizzato la serata dedicata al tema della misericordia.

Cracovia in fondo non è poi così lontana. L’attesa, nei giovani, cresce giorno dopo giorno e i momenti di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù 2016 – in programma verso fine luglio proprio nella città polacca – si susseguono a ritmo incalzante. Anche la Vicaria di Lecce intende partecipare numerosa all’abbraccio mondiale di Papa Francesco in quella terra che vide crescere Karol Wojtyla, oggi San Giovanni Paolo II. Nel frattempo, però, occorre gettare le basi spirituali, propedeutiche al viaggio, attraverso alcuni momenti di riflessione assieme ai fedeli delle rispettive parrocchie leccesi. Un piccolissimo “assaggio” di Gmg ha avuto modo di svolgersi ieri sera, in Piazza Duomo, durante il Giubileo dei Giovani. L’anno della misericordia vive soprattutto nei sorrisi di tanti ragazzi cattolici, accorsi numerosi per partecipare all’iniziativa organizzata dall’equipe di Pastorale Giovanile diocesana, il cui responsabile è Don Damiano Madaro (parroco della comunità di “Santa Rosa” nel capoluogo salentino). Presente l’Azione Cattolica con uno stand.
 
Musica, danza, testimonianze e preghiera. Il giusto mix che da sempre rende felice Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, arcivescovo metropolita di Lecce:«Guardando tutti voi, qualche anno in meno te lo senti addosso, come nel mio caso – dice rivolgendosi ai presenti – e il motivo che ci fa ritrovare qui è un appuntamento da non perdere, ovvero la Giornata Mondiale dei Giovani. Momento in cui la viviamo a livello diocesano, ma più avanti alcuni di voi saranno delegati a rappresentarci tutti a Cracovia. Questa sera, allora, vogliamo assaporare la gioia del condividere e del darci delle risposte. C’è una parola che in questo anno, nelle nostre chiese, risuona continuamente. Si chiama “misericordia”». «Determinate parole – conclude – ci faranno avvertire la fatica, la sofferenza e l’azione sui nostri simili di chi tenta di spersonalizzarli. Poi attraverseremo la porta santa, abbracciati nella casa del Padre, e dal suo amore senza limiti».
 
Prima della messa valevole per la Domenica della Palme, avvenuta in Cattedrale, è stata la volta del racconto di qualche esperienza piuttosto toccante. Due cittadini richiedenti asilo – ospitati dentro la Casa della Carità, diretta da Don Attilio Mesagne – hanno illustrato la loro condizione di rifugiati. Persone che da un giorno all’altro si sono viste strappare di mano ogni cosa nonostante avessero un lavoro, una famiglia. Insomma, una vita sociale che ora viene costantemente minacciata da guerra e terrorismo. Commovente pure la storia di un’altra ragazza, ora attivista della Comunità Emmanuel, e del suo percorso di “rinascita” grazie all’aiuto dei volontari operanti “nell’ombra”, ma sempre pronti a volgere uno sguardo caritatevole verso il prossimo.
 
Non sappia la mano destra ciò che fa la mano sinistra”, questo il concetto che deve muovere un giovane cristiano verso la misericordia. Forse non tutti lo sanno, ma nel Salento esiste una macchina d’umanità e solidarietà davvero attiva e concreta.
 
Non si vede, ma va bene così. Certe opere non chiedono affatto pubblicità.



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