I metodi della nonna? Non stanno salvando gli ulivi. La Voce dell’Ulivo fa un sopralluogo nelle campagne di Gallipoli

La Voce dell’Ulivo parla chiaro e, dopo un sopralluogo effettuato nelle scorse ore nelle campagne di Gallipoli, contesta i metodi naturali che, a quanto pare, non stanno risolvendo il problema delle piante. Le foto documenterebbero quanto si afferma.

Se i cinquecento ulivi per rinascere devono prima morire per adesso stanno solo morendo’, La Voce dell’Ulivo da sempre in prima fila e attenta a monitorare il Piano di intervento per salvare gli ulivi, questa volta non contesta il Piano Silletti, ma i cosiddetti “metodi della nonna”, quei metodi che prevedono l’utilizzo di sostanze naturali a contrasto del batterio.
 
“Non è vero che gli alberi di ulivo trattati con i "metodi della nonna" sono rinati, bensì stanno disseccando in modo inesorabile – affermano dall’Associazione degli agricoltori, dopo un sopralluogo effettuato nelle campagne della Castellana a Gallipoli.
 
In particolare, si tratta degli uliveti che sono passati alla ribalta della cronaca nazionale ed europea, per essere guariti dai disseccamenti da CoDiRo, grazie alle sole buone pratiche agronomiche che, seppur importanti non sarebbero risolutive del problema, secondo La Voce dell’Ulivo.
 
Insomma, l’utilizzo del solfato di rame e della calce non porterebbero alla “rinascita” delle piante. Un’illusione, secondo gli aderenti all’Associazione che afferma “crediamo di poter mettere fine alle illusioni diffuse in questi mesi, con documentazione fotografica e filmati molto eloquenti che ci hanno portato alle seguenti considerazioni riguardo ai risultati di queste "sperimentazioni": consumo di un fiume di inchiostro e parole per enfatizzare l'efficacia dei "metodi della nonna" contro il CoDiRo, utilizzo di tonnellate di solfato di rame (alcuni dicono più del 300% di consumo rispetto all'anno precedente) che l'UE scrive di essere un metallo pesante quindi tossico e persistente, perdita di tempo e soldi di molti agricoltori per inseguire l’illusione di salvare i propri alberi, ennesima dimostrazione che contro il temibile batterio ancora oggi non c'è soluzione”.

“Ora ognuno ritorni a fare il proprio mestiere – concludono – che questa "nebbia" tipica di un periodo buio della storia, il Medioevo, si diradi per sempre”.

Un buio che a chi non vive il territorio non appare così fitto, come abbiamo già avuto occasione di raccontare.



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