Il caso dell’alunno lasciato solo in classe perché ‘turbolento’ fa discutere, dalla Asl l’appello del dott. Massagli

Come afferma il ‎direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile ASL Lecce i 4 poli di neuropsichiatria infantile hanno in cura 5mila pazienti, per una copertura insufficiente. Così non va e si punta il dito anche sulle risorse regionali che scarseggiano.

Il caso del piccolo alunno frequentante una scuola elementare di Soleto sta facendo discutere e ha aperto un dibattito presso la Asl di Lecce, oltre che nella comunità. Il bambino, come racconta l’episodio di ieri, all’arrivo a scuola ha trovato l’aula vuota, senza compagni di classe. I genitori del piccolo hanno manifestato tutta la loro amarezza per quanto accaduto. A quanto pare  – come si legge in una nota dell'associazione Salute Salento – il gesto compiuto dalle famiglie dei ragazzi che frequentano la V elementare della scuola in questione, viene giustificato dalla difficoltà di gestione del bambino in aula poichè il piccolo pare sia affetto da disturbi di attenzione e iperattività: troppo inquieto, quindi.

La famiglia racconta di aver chiesto da tempo alla scuola un sostegno ad hoc, così come previsto dalla normativa di settore, ma senza risultati. 

Eppure sembrerebbe che si tratti soltanto della “punta di un iceberg” nel mare del preoccupante aumento dei disagi psichici dell’infanzia. Negli ultimi 5 anni la richiesta di assistenza che arriva alle strutture preposte è aumentata del 45%.

Il direttore della Neuropsichiatria infantile della Asl leccese Angelo Massagli, segretario regionale della sezione Apulo Lucana della Sinpia (società italiana della neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza), lancia un appello accorato ai colleghi.

«Chiediamo al Ministero  e alle Regioni – dice Massagli –  di garantire la presenza omogenea in tutto il territorio nazionale di un sistema integrato di servizi di Neuropsichiatria Infantile, sia in termini di professionalità che di strutture, in grado di operare in coerente sinergia con pediatri, pedagogisti clinici, psicologi consultoriali e altre figure professionali».

I numeri la dicono tutta. La situazione in provincia di Lecce e nel resto della Puglia è preoccupante: i 4 poli di neuropsichiatria dell’infanzia di Lecce, Nardò, Maglie e Gagliano del Capo, hanno in cura 5mila pazienti sui 136mila residenti (da zero a 18 anni). A Scorrano c’è un Day Hospital. La prevalenza dovrebbe essere di 1 ogni 2000 soggetti (in Usa) invece a Lecce vie è un rapporto 1 a 68, quando va bene di 1 ogni 100.

«Per fare fronte alle richieste siamo solo in 4, uno per ogni polo – spiega il segretario di Snpia – Ne occorrerebbero almeno 12 – 15. Il regolamento sull’autismo della regione dovrebbe partire adesso».
I disagi più frequenti dei bambini sono: la disabilità intellettiva, i ritardi mentali, i disturbi dello spettro autistico e i problemi del comportamento.

«La Asl di Lecce è quella che in Puglia si attiva di più – spiega Massagli – I fattori dei disagi sono tanti: la fragilità del sistema famiglia, la scuola e l’ assistenza con l’integrazione scolastica.  Ma anche la diversità fra le regioni».

Scavando, poi, si risale a monte del problema ovvero l’insufficienza delle risorse stanziate dalle Regioni. 

Va detto che il diritto all'istruzione viene garantito nelle scuole di ogni ordine e grado per gli alunni con disabilità e prevede l'assegnazione di insegnanti specializzati per l'attività di sostegno all'alunno. L’insegnante coabita con il collega titolare di cattedra generalmente per tutte le ore previste dal calendario scolastico, e comunque per il monte ore complessivo indicato dal dirigente scolastico. Come spesso accade, però, la Scuola non è provvista dei fondi necessari per garantire il servizio e qui dovremmo aprire un nuovo capitolo.



In questo articolo: