
Il gasdotto non s’ha da fare, né a San Foca né altrove. Anzi no, forse sarebbe meglio spostarlo in un luogo dove l’impatto con l’ambiente e il paesaggio sia meno “invasivo”. E perché non unire il progetto della Trans Adriatic Pipeline a quello italo-greco dell’Igi-Poseidon? Il dibattito sull’ormai famoso gasdotto che dall’inizio del 2020 dovrebbe far arrivare dall’Azerbaijan sulle coste del Salento, 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno, si arricchisce ogni giorno di capitoli nuovi e sempre diversi, salvo tornare sempre al punto di partenza.
La tanto contestata opera resta esattamente dov’era stata pensata: sulla bellissima marina di Melendugno. Le alternative, almeno quelle proposte finora, sembrano tutte non essere “all’altezza” della spiaggia di San Basilio, su cui la multinazionale svizzera ha puntato fin dall’inizio dell'iter burocratico. Senza contare il fatto che riaprire la partita significherebbe per Tap ripartire da zero e perdere almeno altri due anni tra progetto, istruttoria e nuova Via.
Persino il vertice convocato ieri a Roma, a cui hanno preso parte Marco Potì, Sindaco di Melendugno, Luciano Cariddi, primo cittadino di Otranto, Mimmo Consales, di Brindisi e Pasquale Rizzo e Giovanni del Coco rispettivamente di San Pietro Vernotico e Torchiarolo, si è concluso con un nulla di fatto, almeno dal punto di vista della valutazione delle possibili alternative.
Per quanto riguarda la direttiva «Seveso» su cui si è ora spostato il terreno di scontro, si prende tempo almeno fino all’11 marzo quando la parola toccherà al Tar del Lazio chiamato in causa, per così dire, dalla Regione Puglia. Per capire tocca fare un passo indietro: da un lato c’è l’ente di Via Capruzzi che chiede che venga sospeso il decreto col quale a settembre il ministero dell’Ambiente ha rilasciato la Valutazione di Impatto Ambientale favorevole a San Foca. La battaglia, infatti, si gioca sull’applicabilità al progetto della direttiva Seveso, appunto. La Regione la ritiene necessaria e ne rivendica la titolarità. Parere contrario, invece, è stato espresso dai ministeri dell’Ambiente e dell’Interno.
Un mese dopo l’ultimo ricorso al Tar, conclusosi positivamente per Tap con lo sblocco dei carotaggi fermati dal comune di Melendugno con un’ordinanza, la partita torna dunque ai giudici amministrativi.
Il Comitato No Tap, che da sempre si è opposto con forza alla realizzazione dell’opera ha liquidato il vertice di Roma come una «Sceneggiata degna della migliore scuola napoletana».
«Si sta giocando con la sicurezza e la vita delle persone – si legge nella nota- ripetiamo per l'ennesima volta che i problemi di sicurezza del Tap interessano centinaia di persone che abitano lungo il percorso. I signori che in questi giorni organizzano sceneggiate a Roma sono responsabili per tutte queste persone».
Intanto Trans Adriatic Pipeline va dritta per la sua strada pubblicando due bandi di prequalificazione per la costruzione della tratta sottomarina del gasdotto, 105 km sotto il mare Adriatico. La massima profondità a cui sarà posato il gasdotto è di 820 metri.
Il primo riguarda i lavori di ”Engineering, Procurement, Construction and Installation” (EPCI, Progettazione esecutiva, Acquisti, Costruzione e Installazione) della tratta sottomarina del gasdotto da 36 pollici tra le coste albanese e italiana. La EPCI include i connessi lavori di ingegneria civile a entrambi gli approdi, le attività di ispezione dei fondali e quelle di precollaudo. Il secondo bando è per la fornitura di tubi lineari e rivestimenti sottomarini; questo bando è suddiviso in tre lotti. I dettagli di questi bandi sono pubblicati nel TED – Tenders Electronic Daily, supplemento della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea,
Per Knut Steinar Kvindesland, Procurement Director di TAP «è un grande piacere invitare le aziende, comprese quelle dei paesi che Tap attraverserà, a sottoporre le loro manifestazioni di interesse sulla base della documentazione di prequalifica ora pubblicati su TED. Il processo di selezione dei potenziali fornitori sarà, come sempre rigoroso, con particolare enfasi sui più elevati standard in materia di Salute, Sicurezza e Protezione ambientale e su una verificabile adesione alla politica di “danno zero” di TAP».
Conclusa la fase di selezione, TAP intende pubblicare I bandi di gara per la costruzione della tratta offshore nel prossimo mese di maggio 2015.