Il giorno dei defunti spiegato ai bambini con le ‘dolci’ tradizioni

Oggi è il giorno della commemorazione dei defunti per la Chiesa Cattolica. Una ricorrenza antica che porta con sé tanti racconti e tante tradizioni popolari. In Puglia si imbandiscono le tavole per i morti che si dice tornano a fare visita ai propri cari.

Il 2 novembre è il giorno dedicato al ricordo di chi non c’è più, ma rimane vivo nel cuore di chi resta. È il giorno che la Chiesa Cattolica dedica, sin dai tempi più antichi, ai defunti, tra celebrazioni e visite al Cimitero. Un giorno molto sentito per le famiglie, per le mamme e i papà che si ritrovano a prendere per mano i propri bambini per accompagnarli sulle tombe di nonni o delle persone amate che non ci sono più, fiori alla mano o preghiera a fior di labbra.

È un momento molto delicato e vanno pensate e ripensate le parole da usare per descrivere ai più piccini il significato di questa ricorrenza. Per i genitori di fede cristiana (e non solo) potrebbe essere il momento di spiegare la morte ai più piccoli, anche se non è facile parlare ciò che spesso sembra inspiegabile e porta con sé dolore e sofferenza. Dolore e sofferenza, quelle parole che non si trovano – o meglio non si dovrebbero trovare – nel vocabolario dei più piccoli.

La sensibilità e la dolcezza sono i presupposti essenziali per porgere ai bambini una delle cose più difficili da far comprendere ai nostri figli: il consiglio è sempre quello di essere quanto più realisti possibile perché altrimenti i piccoli – che nonostante l’età sono sempre molto svegli e attenti – si possono sentire presi in giro. E poi utilizzare parole semplici, spiegando che chi va via non torna più, anche se – come da sentire cristiano – rimane accanto alle persone amate in vita.

Va detto che in tutta Italia, la commemorazione dei defunti si abbina a vere e proprie feste dedicate ai bambini: basti pensare alle tradizioni siciliane in base alle quali se sono stati buoni, recitando tra le preghiere quelle dedicate alle anime dei cari estinti, questi ultimi tornano a portar loro giocattoli e dolci, come dei Babbo Natale un po’ estemporanei.

In Sardegna, la mattina del 2 novembre i ragazzi un po’ più grandi vanno di casa in casa per chiedere delle offerte e vengono accontentati con frutta secca e dolci o caramelle e monete. Nella bella isola la sera della vigilia si accendono in casa piccoli lumi e si lascia la tavola apparecchiata, proprio come avviene in Puglia dove, nelle tradizioni più antiche, ogni famiglia lascia la tavola imbandita pronta – nell’immaginario – per i defunti che tornano a fare visita ai propri cari, rimanendo con loro fino all’Epifania. Diffusa è anche l’usanza messa in atto dai ragazzi, ma non solo, che fanno la questua di casa in casa, cantando una canzone popolare in dialetto dedicata alla figura della “massaia”.

Insomma, tradizioni popolari che vanno da Nord a Sud, ma che hanno un comune denominatore: rendere la morte un passaggio un po’ più “dolce” e forse più facile da accettare. Laddove possibile.



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