“Una pena indicibile vedere gli ammalati di tumore su una lettiga, con indosso uno straccio di lenzuolo, salire su un’ambulanza-navetta e percorrere appena duecento metri, per poi addentrarsi in lunghi corridoi, esposti al vento e alle intemperie. Non bastava la condanna della malattia che non perdona!”. Così si apre la nota stampa dell’Associazione Salute Salento, così inizia la denuncia dell’ennesimo disservizio a tutto danno di operatori e utenti.
Con ogni tempo, pazienti vengono prelevati dal reparto di Oncologia presso il Polo Giovanni Paolo II per essere trasportati al corpo centrale del Fazzi, quando è necessario effettuare esami clinici che non si possono fare al padiglione oncologico. Scene di “ordinaria follia” con pazienti esposti alle intemperie, insieme al personale sanitario che si occupa di loro.
“Nessuno si è mai posto il problema di collegare le due strutture? – si chiede il primario di Oncologia, Gianmarco Surico – Un tunnel, magari anche sotterraneo”.
La riflessione è amara: nel corso di 10 anni di attività del padiglione oncologico i vertici della Asl che si sono susseguiti non hanno mai affrontato questo annoso problema che assorbe risorse e regala immeritati disagi ai pazienti. Per non parlare del personale sanitario e amministrativo costretto a fare la spola, con enorme dispendio di tempo.
Fino a poco tempo fa, anche le donne incinta – solitamente in scadenza di termine – erano costrette a spostarsi dal corpo centrale dell’ospedale fino al Polo oncologico per incontrare, ad esempio, il medico anestesista chiamato a svolgere sulle signore gli accertamenti in vista dell’epidurale.
Uno spiraglio nel tunnel del problema pare ci sia: bisognerà attendere il completamento del Dipartimento di emergenza e accettazione che, stando a quanto affermò l’ex direttore generale Giovanni Gorgoni, prevede la realizzazione di tre collegamenti orizzontali fra le tre strutture esistenti, ovvero due con l’Oncologico (uno aereo su pilotis) e uno con il Fazzi. L’attesa darà risposte.