E' stata inaugurata ieri, giovedì 23 luglio alle ore 18, presso il Monastero degli Olivetani di Lecce la mostra “Il sogno italiano. L’esodo albanese e l’immigrazione del ventunesimo secolo”.
L’iniziativa, promossa dall'Università del Salento, approfondisce e inquadra lo sbarco degli albanesi tra il 1990 e il 1991 sulle coste pugliesi, in una riflessione di lungo periodo sulle migrazioni e il Mediterraneo nel XXI secolo.
Foto, pagine di giornali, raccolta di testimonianze: il tutto per rivivere uno dei momenti più intensidella storia moderna del nostro territorio.
Il tutto iniziò con la caduta del muro di Berlino del 1989: subito dopo la demolizione della grande cinta muraria che divideva l'Europa e il mondo intero in due, il blocco sovietico conobbe una grave crisi economica. I primi paesi colpiti furono proprio quelli adiacenti alla parte occidentale del continente: i Balcani e in particolare l'Albania vivevano sotto un duro regime dittatoriale comunista (di Enver Hoxha prima, successivamente quello del fedelissimo Ramiz Alia) e per i cittadini di Tirana la fuga era l'unica soluzione. I primi piccoli viaggi della speranza iniziarono al tramonto del 1990, con decine di imbarcazioni che avevano individuato nell'Italia il paese amico che poteva dare loro ciò che la loro madre patria non riusciva. Ma la data principale fu quella del 7 marzo 1991, quando nel porto di Brindisi giunsero, dopo una traversata angosciante, ben 27mila profughi albanesi. Un vero e proprio esodo biblico che mise a dura prova istituzioni e cittadini che però risposero con grande spirito di solidarietà, fornendo agli immigrati cibo, vestiario e medicinali.
Ora non resta che la memoria di quegli eventi, in un periodo, quello odierno, contraddistinto dalle cronache dai nuovi grandi flussi migratori verso l'Italia e l'Europa provenienti dal nord d'Africa.
La mostra fotografica è curata da Carmelo Pasimeni, Antonio Bonatesta e Daniela De Lorentiis, e resterà a disposizione del pubblico fino al prossimo 7 dicembre.