
Un gesto fraterno tra due pastori della Chiesa, nel segno della continuità di un cammino da effettuare assieme ai propri fedeli. Un abbraccio avvenuto nella terra di Padre Pio da Pietralcina, a San Giovanni Rotondo, davanti allo sguardo gioioso dei giovani appartenenti alla Diocesi di Lecce.
Il vescovo e la Pastorale Giovanile di Lecce
Nei giorni scorsi infatti, il 4 e 5 gennaio, la Pastorale Giovanile ha vissuto un’esperienza di pellegrinaggio e riflessione in compagnia di Mons. Michele Seccia, Arcivescovo di Lecce. L’occasione è stata propizia, inoltre, per riabbracciare il suo predecessore, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, oggi in pensione proprio presso i luoghi dove San Pio ebbe modo di vivere e operare in favore dei poveri, dei malati, degli emarginati di quel tempo (ma le cui iniziative, oggi, vivono ancora in ciò che viene definito il grande miracolo della “casa sollievo della sofferenza”, ospedale all’avanguardia e sostenuto anche dalle offerte volontarie). Un’iniziativa che, peraltro, si inserisce all’interno del Sinodo dei Giovani 2018, fortemente voluto da Papa Francesco.

Monte Sant’Angelo, visita al Santuario di San Michele
Il viaggio dei ragazzi – provenienti da diverse parrocchie della diocesi leccese – è stato scandito da varie tappe, prima tra tutte quella di Monte Sant’Angelo. Visitato il noto santuario di San Michele Arcangelo (meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani sin dal VI secolo, nonché patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO), più avanti Mons. Seccia ha celebrato la messa all’interno della grotta posta al di sotto del santuario stesso. “Vorrei che rifletteste e invocaste spesso, ragazzi, l’arcangelo Michele”, ha precisato il vescovo durante il momento dell’omelia. “Lui è il simbolo della vittoria contro la tentazione. Molto spesso, prevale la logica del ‘mi piace-lo voglio-lo prendo‘; ma qui la scelta dev’essere filtrata. Come? Attraverso la propria coscienza. Tentazione e peccato non vanno separati. Ecco, la figura dell’Arcangelo Michele, da sempre vittorioso contro il male, può davvero sostenervi in vista di scelte importanti e, appunto, prese con coscienza”.
Incontro di conoscenza col vescovo Michele
Tornati in albergo, prima di cena il vescovo Michele ha voluto incontrare i giovani. Parlare un po’ di sé, della sua storia personale, della sua educazione alla responsabilità ricevuta durante il suo cammino. In primis, un ringraziamento particolare: “Anzitutto, devo ringraziare chi di voi, ad inizio di dicembre, mi ha accolto in modo così bello e affettuoso. Penso che la mia esperienza possa paragonarsi un po’ ad un treno e a delle carrozze in viaggio. Ebbene, di questa locomotiva, io dovrò essere il vostro macchinista“. Tante le domande rivoltegli e diverse le curiosità rivelate. Tra queste, la sua indole caratteriale di “contatto perenne con la gente. Spesso, anche mentre sto impegnato in altri compiti, quando mi arriva una telefonata da parte di chi ha bisogno, non riesco a riattaccare velocemente. Devo ascoltare e trovare un modo di fornire il mio supporto, il mio aiuto”. Al termine della chiacchierata, Mons. Seccia si è seduto a tavola insieme ai giovani leccesi, cenando con loro.

L’abbraccio con mons. D’Ambrosio
Dopo cena, il momento di ritrovo assieme al vescovo Domenico. Nella circostanza, mons. D’Ambrosio ha riabbracciato i “suoi” ragazzi, confidando loro di “essere ancora in una fase di rodaggio“. Quei tanti impegni e doveri sulla scrivania dell’Episcopio, ormai passati in consegna a mons. Seccia, adesso sono stati sostituiti da momenti di riflessione, incontri di preghiera, celebrazioni mattutine in compagnia di fedeli anziani. Non solo ricordi e saluti, però. Mons. D’Ambrosio ha anche tenuto un incontro sulla figura di San Pio, il cui “senso dell’accoglienza vive ancora oggi nella comunità di San Giovanni Rotondo”. Forse, l’eredità pìù importante lasciata da Padre Pio.
Nei luoghi di San Pio
Il giorno dopo, invece, spazio alla visita nei luoghi di San Pio ed alla catechesi con i mosaici presenti nel santuario dedicato al Santo. La chiesa fu commissionata dall’ordine dei frati minori cappuccini della provincia di Foggia, progettata dall’architetto italiano Renzo Piano e costruita dall’impresa Pasquale Ciuffreda di Foggia. Un’opera quasi completamente finanziata dalle offerte dei pellegrini e rispondente in pieno al desiderio di “accoglienza” che ha caratterizzato l’esistenza di Padre Pio.