#ilcaso. Pomì «usiamo solo pomodori padani» e il Sud non ci sta!

Il Sud scatena polemiche sui social contro la campagna pubblicitaria della Pomè¬ che dichiara di ‘utilizzare solo pomodori freschi coltivati nella Pianura Padana’.

La recente campagna pubblicitaria della Pomì in cui viene specificato di utilizzare solo «pomodori freschi coltivati nella Pianura Padana» ha scatenato non poche polemiche sui social network. Nessun riferimento esplicito alla Terra dei Fuochi ma il post sulla pagina Facebook ufficiale in cui si citano «i recenti scandali di carattere etico/ambientale» ha “indignato” numerosi utenti, soprattutto del Sud.

«O così o Pomì»: il vecchio slogan ideato da Emanuele Pirella cambia decisamente tono e diventa «Solo da qui. Solo Pomì». Il nuovo manifesto pubblicitario, della nota azienda italiana di conserve e salse, che raffigura un pomodoro sulla cartina dell’Italia proprio al centro della Pianura Padana sta scatenando non poche polemiche, soprattutto sui social network, soprattutto negli utenti del Sud.«I recenti scandali di carattere etico/ambientale che coinvolgono produttori ed operatori nel mondo dell'industria conserviera – si legge sulla pagina Facebook ufficiale che vanta oltre 15mila like – stanno muovendo l'opinione pubblica, generando disorientamento nei consumatori verso questa categoria merceologica. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro e il brand Pomì sono da sempre contrari e totalmente estranei a pratiche simili, privilegiando una comunicazione chiara e diretta con il consumatore. Per questo motivo l’azienda comunicherà sui principali quotidiani nazionali e locali, ribadendo i suoi valori e la sua posizione in questa vicenda».
Insomma, è bene puntualizzarlo Pomì utilizza solo pomodori padani. A specificarlo anche la nota a margine: «Gli stabilimenti di confezionamento sono situati tra la provincia di Cremona e di Parma e le aziende Agricole sono limitrofe agli stabilimenti con una distanza media di 42 km. Il 95% percento del nostro pomodoro è coltivato tra la Lombardia e l’Emilia Romagna; il restante nelle due regioni limitrofe».

Forse, in un altro periodo, il fatto sarebbe stato un motivo di orgoglio. Un prodotto 100% Italiano anche se 100% del nord a rappresentare quel “Made in Italy” di cui ci vantiamo tanto e che all’estero ha fatto scuola. Eppure sulla rete è subito montata la protesta perché se è vero che l'azienda non ha mai fatto riferimento alla Terra dei fuochi o alla questione della Campania, area flagellata dai rifiuti tossici, altrettanto vero è che citare «i recenti scandali di carattere etico/ambientale» qualche dubbio lo instilla. Per gli utenti dei social network il riferimento è piuttosto chiaro. Anche se solo "supposto", il legame ha scatenato diversi malumori tra i lettori. 
«Da meridionale, vi ringrazio per avermi chiarito le idee sulla prossima azienda da boicottare», scrive Camillo mentre Barbara aggiunge: «Invito tutti, ma proprio tutti, a boicottare la Pomi. Speculare su un disastro ambientale di cui quel medesimo nord è altamente responsabile, unitamente alle forze camorristiche, alle istituzioni ed alle amministrazioni locali, è da vigliacchi, da infami e da disonesti». C'è chi con ironia afferma "meglio murì che accatt'à Pomì".

Gli errori di comunicazione di note aziende hanno tenuto banco negli ultimi mesi e molto si è discusso su quanto la web reputation possa incidere sul successo o fallimento di un brand. A tutti capita di commettere degli errori, tutti sbagliamo, tutti possiamo chiedere scusa ma quando si toccano argomenti caldi il discorso cambia e in quel caso niente potrà mai riparare ad una gaffe che ha offeso e urtato la sensibilità di qualcuno. Le rivelazioni choc del boss pentito dei Casalesi, Carmine Schiavone, stanno facendo tremare tutto il sud italia, Salento compreso, e questo dramma non dovrebbe sfociare in una sorta di "battaglia commerciale" a carattere nazionale. In un momento del genere, diffondere quell’immagine con il pomodoro geograficamente localizzato nella parte settentrionale del nostro Paese, come se tale zona fosse più sana e sicura è sicuramente un’arma a doppio taglio per l'azieda che rischia così di vanificare gli sforzi fatti per anni. 



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