Sedie e stendini per occupare il parcheggio. La “cattiva usanza” che può costare cara

Occupare il parcheggio con una sedia, uno stendi-panni o con qualunque altro oggetto è una prassi consolidata, in uso da anni, ma comunque illecita.

Trovare parcheggio è diventata un’impresa impossibile anche a Lecce, dove la pazienza degli automobilisti è continuamente messa alla prova tra zone a traffico limitato, aree di sosta a pagamento e il malcostume diffuso molti automobilisti che lasciano l’auto dove non dovrebbero, creando così ancora più caos.

Il cliché è sempre lo stesso. Giri infiniti, benzina che si consuma, imprecazioni indicibili per il tempo perso (soprattutto se si ha un appuntamento). E se un piccolo spazio c’è capita, non di rado, di trovare una smart, praticamente invisibile. Peggio, delle sedie posizionate ‘strategicamente’ per “occupare” il posto. Quasi al limite del comico. Così, il momento di giubilo, scompare in un secondo.

Insomma, “conquistare” un spazio, libero o no, è sempre più complicato, ma se a tutto questo si aggiunge la pratica – spesso impunita – di utilizzare cassette della frutta o addirittura stendini come “passi carrabili” fai-da-te, trovare parcheggio diventa una disavventura.

Un classico, una scena a cui si è ormai abituati. Una moda, non solo salentina, che – se non si ha fretta – strappa anche un sorriso. E poi a nessun automobilista verrebbe in mente di mettersi a litigare o di spostare l’ostacolo, come potrebbe fare. La cattiva abitudine, non tutti sanno, può costare cara.

Cosa prevede la legge?

Chi blocca un posto auto con gli oggetti più disparati commette due illeciti: una violazione amministrativa del codice della strada – quella di occupazione della sede stradale (come recita l’articolo 20) – che comporta una multa da 168 a 674 euro. E anche un reato – quello di invasione di terreni o edifici – punito con la reclusione fino a due anni e una multa da 103 a 1.032 euro. Il riferimento va all’articolo 633 del codice penale, che punisce, a querela della persona offesa, “chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto”. Questo tipo di conseguenze scattano nei casi più gravi.

Come ha chiarito più volte la Cassazione le due norme agiscono su piani diversi: la prima a tutela della sicurezza della circolazione stradale, l’altra a difesa del patrimonio (in questo caso quello pubblico).

Insomma, i furbetti e il loro ingegno non avranno più vita facile.



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