
Se i flebili segnali di ripresa, evidenziati dall’ultimo rapporto Istat su reddito disponibile, potere d’acquisto e capacità di risparmio delle famiglie fanno intravedere la luce in fondo al tunnel, stando agli indicatori della Provincia di Lecce, nel Salento regna ancora il buio pesto. Come sempre, a confermarlo sono i numeri. In primis quelli del rapporto dell’osservatorio economico di Confartigianato Imprese, che hanno evidenziato un aumento dei contribuenti nella fascia più bassa e un crollo dell’ammontare da lavoro dipendente ed assimilati relativamente l’importo dichiarato.
Non se la passano meglio i pensionati che sono costretti a fare i conti con un potere d’acquisto delle loro pensioni – che hanno subito, a partire dal 2007, una costante erosione – inevitabilmente compromesso. Stessa cosa per quei ‘dipendenti a riposo’ che vivono, anzi sopravvivono con 750 euro (se non meno) e al mese. E dati alla mano, si tratta del 63,4% dei 18,1 milioni di pensionati italiani, secondo il rapporto annuale Inps.
Non deve sorprendere, dunque, se anche in Salento il numero delle famiglie in situazione di povertà sta aumentando in modo preoccupante. Una povertà che si è tentato di arginare con misure sperimentali e una tantum quali la Social Card e il SIA che da sole non hanno fatto molto.
«In assenza di misure nazionali e regionali che possano dare risposta in modo sistemico ed universalistico alle tante fragilità, una appropriata programmazione delle risorse territoriali,sia sul fronte delle politiche sociali e familiari che su quello della fiscalità locale, diviene dunque strategica». A dirlo è Ada Chirizzi, segretario Cisl Lecce.
«Il processo di programmazione delle risorse dei singoli enti locali – spiega – è oggi favorito dall’introduzione di due nuovi strumenti: il nuovo schema di bilancio e il Dup (documento unico di programmazione ) che può generare risposte efficaci e mirate ai tanti bisogni e alle tante specificità territoriali, operando inoltre, sul fronte della fiscalità locale, un alleggerimento di quella pressione che ha fino ad oggi pesantemente gravato su redditi e pensioni».
Una pressione fiscale cui non sempre ha fatto da contrappeso la giusta qualità e quantità dei servizi pubblici erogati. «Su questo versante la legge di stabilità presenta per il 2016 diversi aspetti positivi, rispondenti alle richieste avanzate dalla Cisl nella sua proposta di legge di iniziativa popolare su fisco e previdenza».
È stata, infatti, annullata l’imposizione sull’abitazione principale e operato il contenimento degli incrementi della tassazione locale, sospendendo per il 2016 gli aumenti dei tributi e delle addizionali Irpef comunali e regionali, producendo un effetto positivo per i contribuenti ed interrompendo, così, la dinamica di crescita delle addizionali Irpef comunali e regionali, che nel periodo 2010 – 2013 avevano registrato un aumento pari a oltre il 33%.
«In questo quadro di contesto – continua Chirizzi – va collocata la bozza di determinazione delle aliquote, riduzioni e detrazioni IMU 2016 proposta dal Comune di Lecce che, come Cisl, consideriamo il primo pezzo di un più complesso puzzle, quello del documento unico di programmazione, su cui auspichiamo venga avviato nei prossimi giorni un serrato confronto con le parti sociali preventivo alla delibera del bilancio di previsione 2016».
Quando si tocca l’argomento IMU – acronimo di Imposta Municipale Unica – si entra in un confine delicato perché tocca abitazioni, immobili e terreni. Per questo quello che chiede il Segretario Cisl Lecce è un confronto a 360 gradi che comprenda anche tutti quei temi di interesse per i cittadini come, ad esempio, quello della Tari che rischia di diventare per gli Enti Locali una sorta di “bancomat” o meglio uno strumento di compensazione.
«Entrando nel merito del documento IMU proposto – si legge nel comunicato – come Cisl ci limitiamo ad offrire un contributo circa quelle che consideriamo essere le priorità da perseguire, priorità che, per altro, sono riportate all’interno delle misure del dup riservate agli interventi sociali, familiari e in favore di soggetti a rischio di esclusione sociale. Prime tra tutte il possibile incremento della detrazione Imu nei confronti dei tanti soggetti svantaggiati (anziani, disabili, famiglie in difficoltà) che vede, invece, per l’anno in corso, la sola riproposizione delle aliquote 2015 nonché possibili nuove agevolazioni nei confronti di altre fasce deboli tra cui giovani ed immigrati».