Inaugurato l’anno giudiziario. Scardia: ‘giustizia in buono stato. I magistrati hanno bisogno di fiducia’

E’ stato inaugurato questa mattina il nuovo anno giudiziario presso la Sala Udienze della Corte d’Appello di Lecce. Nella sua relazione, il Presidente vicario Vincenzo Scardia ha ringraziato Marcello Dell’Anna e Cataldo Motta. ‘Abbiamo sfide importanti davanti a noi’.

“Ho provato a rappresentare lo stato dell’amministrazione della giustizia nel distretto leccese: siamo in uno stato soddisfacente, certamente migliorabile, ma non critico. Ho provato a dare un messaggio di speranza, a infondere fiducia in noi magistrati perché, se la perdiamo, non possiamo pretenderla dai cittadini. La magistratura salentina è composta da donne e uomini dello Stato operosi, imparziale, che si impegnano per l’affermazione dei diritti e delle libertà nel rispetto della nostra Costituzione e delle leggi, per il miglioramento del settore-giustizia, pronti a rivedere la propria identità professionale, a dotarsi di nuovi strumenti operativi e a intraprendere nuovi percorsi formativi”.
 
Conclude così la sua relazione il Presidente della Corte d’Appello vicario di Lecce Vincenzo Scardia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2017. Un anno che metterà davanti alla magistrata salentina sfide importanti, iniziate già da qualche anno e che adesso hanno bisogno di consolidarsi. Taglio dei costi, riordino del settore, tempi più brevi dei processi.
 
Ma non mancano le solite polemiche che accompagnano ogni anno il momento dell’apertura del nuovo anno giudiziario: a Lecce, infatti, non hanno partecipato alla cerimonia  i dipendenti amministrativi e i cancellieri, scontenti, a loro detta, della gestione del personale che definiscono ‘fallimentare’, fatta di mobilità, proroga dei tirocini a loro spese e assenza di meccanismi premiali. Insomma, una protesta silenziosa, ma dignitosa.
 
Presenti nella sala grande del Palazzo di Giustizia di viale De Pietro, invece, tutti i magistrati che però hanno fatto pervenire anche il loro malcontento a seguito ‘degli impegni assunti, ma non rispettati, nemmeno a seguito del così detto Decreto Mille-proroghe che ha deluso gli impegni politici di cui qualcuno si era fatto portavoce. In gioco c’è il sacrosanto principio della indipendenza della magistratura’.
 
Insomma, tra le puntuali polemiche, si è aperto il nuovo anno della giustizia salentina. Il dott. Scardia ha ripercorso il 2016 lasciato alle spalle, soffermandosi non solo sui numeri che vedono “la giustizia nel nostro distretto che funziona e che gode di un buono stato di salute, anche se siamo ancora lontani da una situazione ottimale” (i dati infatti dimostrano una sostanziale riduzione del carico di lavoro e di pendenze in corso), ma anche sulle figure che quest’anno hanno salutato il Palazzo di Giustizia salentino.
 
Grazie a Marcello Dell’Anna – ha iniziato Scardia – per il quale ho sperato che rimanesse ancora in servizio grazie a una proroga attesa da tutti, ma mai arrivata e non voluta da lui stesso. E poi grazie al Procuratore Capo Cataldo Motta: è difficile tenere separato l’aspetto professionale dalla sincera amicizia che mi lega a lui. Per questo il mio saluto non è da magistrato e nemmeno da amico, bensì da cittadino del Salento che crede nella legalità: grazie per tutto quello che hai dato e per ciò che sei stato”.
 
“Non so se i giudici italiani siano davvero i più produttivi d’Europa – ha proseguito nel suo discorso il presidente Scardia – ma so per certo che quelli leccesi sono magistrati laboriosi, anche tra le quotidiane difficoltà. Le criticità però persistono: sugli organici carenti noi possiamo fare ben poco, spettando al Ministero l’adeguamento delle piante organiche.
 
Sui tempi ragionevoli della giustizia, invece, devo sottolineare il collettivo sforzo della nostra magistratura nel ridurre l’arretrato in tempi accettabili. Tutti vogliamo sfatare il luogo comune del ‘tutto va in prescrizione’: nell’ultimo anno la Sezione Unica Penale della Corte d’Appello ha emesso oltre 2.500 sentenze delle quali solo 104 sono state di non doversi procedere per prescrizione. Una percentuale, dunque, di poco superiore al 5%”.
 
Vincenzo Scardia si è soffermato anche sui temi della depenalizzazione e delle soglie di punibilità innalzate per alcuni reati riguardati soprattutto violazioni di obblighi tributari. Spazio anche alla riflessione sule nuove tecnologie a disposizione dell’apparato-giustizia, sempre pronto ad aprirsi alle nuove frontiere.
 
“Un valido contributo ai nostri uffici – prosegue – giunge dalle attività di studio, ricerca, bozze e di generale supporto affidare ai più meritevoli laureti in Giurisprudenza che partecipano al tirocinio formativo. Nei nostri uffici abbiamo registrato un incremento della domanda di partecipazione da parte di neolaureati”.
 
“Siamo una magistratura di donne e uomini che praticano nei fatti la loro etica, coniugando il difficile esercizio della giurisdizione con la legittima richiesta dei cittadini di celerità ed efficienza. Magistrati che, prima di chiedere agli altri che facciano la loro parte, fanno la propria, nella convinzione che solo con il dialogo e l’impegno di tutti le sfide che ci attendono saranno vinte. È difficile riuscire in qualcosa, ma è molto peggio non averci provato”, conclude il Presidente della Corte d’Appello Vincenzo Scardia.



In questo articolo: