Al via l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il presidente Scardia: “Orgogliosi della nostra democrazia costituzionale”

Il presidente della Corte d’Appello ha preso per primo la parola nel corso della cerimonia che si è tenuta presso l’aula magna del tribunale penale di viale de Pietro.

Si è aperto in mattinata l’anno giudiziario 2023, presso l’aula magna del tribunale penale di viale de Pietro, dinanzi ad una platea composta dalle maggiori cariche istituzionali del territorio salentino.

Come da prassi, ha preso per primo la parola, il presidente della Corte d’Appello vicario, Vincenzo Scardia che ha anzitutto rivolto un deferente saluto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando i suoi richiami: “Alla centralità del ruolo del CSM, che la costituzione ha posto a presidio dell’indipendenza e dell’autonomia dell’Ordine giudiziario”.

Nel suo intervento, il presidente Scardia, si è poi soffermato sul tema sugli orrori della guerra sottolineando che: “Laddove la magistratura non è circondata da garanzie che le assicurino sufficiente indipendenza dagli altri poteri, la democrazia risulta gravemente incrinata, se non vanificata. Per questo va avvertito l’orgoglio della nostra democrazia costituzionale”. Ed ha aggiunto: “Noi che ci riconosciamo nei diritti fondamentali della persona, proclamati non solo dalla nostra carta che affonda le sue radici dell’antifascismo, ma anche dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, non possiamo rimanere indifferenti davanti a l’imprigionamento, alla celebrazione di processi lampo, senza alcuna garanzia di difesa, ed all’esecuzione di condanne a morte di giovani pronunciate da una magistratura che nel giro di ventitré giorni dall’arresto e capace di mandare al patibolo un giovane giudicato colpevole di “aver dichiarato guerra a Dio”.

E il presidente Scardia ha sottolineato: “La foto di copertina che ho scelto per questa relazione ritrae Masha Amini, la giovane iraniana che fu arrestata dalla polizia morale e poi pestata a morte perché indossava il velo in modo scorretto”. Ed ha aggiunto: “Vuol essere anche un tributo a tutte le donne vittime di violenza, discriminazioni ed emarginazione: in particolare alle donne afgane, di recente private nel loro Paese dal diritto allo studio universitario, quindi destinate ad occupare spazi sempre più ristretti e marginali nella vita sociale, economica e lavorativa”.

Scardia si è soffermato sullo stato della giustizia sottolineando che: “Nonostante il periodo in considerazione sia stato interamente interessato dalle emergenza pandemica da COVID 19, gli uffici giudiziari hanno tutti registrato buoni standards produttivi, ridotto considerevolmente l’arretrato e mantenuto accettabili tempi di definizioni”.