L’oratorio San Giovanni Bosco di Monteroni torna a risplendere, domani l’inaugurazione con il Cardinale Semeraro e Mons. Seccia

Sono stati realizzati un campo di calcio a 5 e un campo di bocce. All’interno delle aule si svolgeranno laboratori di arte, artigianato, danza e musica.

Nella serata di domani, giovedì 30 dicembre, alle ore 19.00 il Cardinale. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, di origini monteronesi e l’arcivescovo di Lecce Mons. Michele Seccia, inaugureranno a Monteroni di Lecce, lo storico oratorio “San Giovanni Bosco”, restituito all’originario splendore grazie ai finanziamenti ottenuti dalla parrocchia Maria Santissima Assunta, proprietaria dell’immobile. Alla cerimonia sarà presenta anche il sindaco Mariolina Pizzuto.

Con tanto impegno e passione, don Giuseppe Spedicato, attuale parroco della matrice alla cui cura pastorale è affidata anche l’antica struttura ha deciso di rimettere in pista una storia che è iniziata il 31 gennaio 1954 (festa di San Giovanni Bosco) quando il vescovo di Lecce, Francesco Minerva pose la prima pietra. Il 1° ottobre 1955 aprirono la scuola materna e la scuola elementare con servizio di refezione e doposcuola.

A distanza di oltre sessant’anni dall’inizio della sua azione educativa, l’oratorio torna dunque a rivivere come centro aggregativo di riferimento per i ragazzi e per le famiglie della cittadina salentina.

Sono stati realizzati e sono già pronti un campo di calcio a 5 e un campo di bocce. All’interno le aule che presto si popoleranno di bambini e ragazzi per laboratori di arte, di artigianato, di danza, di musica. Ma anche per gli incontri di catechesi e di formazione settimanali.

“È per me motivo di grandi emozioni – confessa don Giuseppe Spedicato – poter essere testimone e protagonista di un evento atteso, desiderato e finalmente realizzato. Il Cardinale e l’Arcivescovo riapriranno finalmente le porte di un edificio che in oltre sessant’anni di vita ha scritto la storia educativa della comunità monteronese. Di generazioni intere che sono cresciute tra queste mura e in questi spazi fin dagli anni della prima infanzia”.

 

 



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