‘Io non avevo l’avvocato’: il manager Rossetti si racconta a Parma su iniziativa di due salentini

Andrea Coppola e Giuseppe Rosafio, salentini e soci dell’Associazione ‘Intesa San Martino’, hanno dibattuto sui penitenziari italiani e sul sistema giudiziario. Raccontando – con egli presente – la vicenda di Mario Rossetti, autore del libro ‘Io non avevo l’avvocato’.

È  grazie all’idea di due salentini che a Parma è stata organizzata una giornata intera dedicata ai penitenziari italiani ed al sistema giudiziario che vi ruota intorno. Assieme all’associazione di promozione sociale Intesa San Martino, infatti, i soci Andrea Coppola e Giuseppe Rosafio (economista e responsabile organizzativo il primo, avvocato e moderatore dell'evento il secondo, entrambi originari del Capo di Leuca), hanno dibattuto con noti ospiti sul tema. Alla presenza del manager Mario Rossetti, CFO Fastweb dal 1999 al 2007 ed autore del libro edito Mondadori “Io non avevo l’avvocato”. Partendo dalla sua diretta testimonianza, si è discusso di vita nei penitenziari, diritti dei detenuti e malagiustizia. L’autore restò dietro le sbarre per 100 giorni ed ai domiciliari per 8 mes, fino a quando i giudici, in primo grado, non lo assolsero perché estraneo ai fatti. Ovvero estraneo alle accuse mosse dalla Procura di Roma nel 2010 per la nota inchiesta di frode fiscale da due miliardi di euro ai danni di Fastweb e Telecom Sparkle. Laureato in Economia, 51 anni, padre di tre bambini, un master ad Harvard ed esperienze professionali in note società quotate, Mario Rossetti ha raccontato il suo incubo a Parma grazie ad un evento seguitissimo all’Oratorio Novo della Biblioteca Civica, organizzato lo scorso 7 maggio, nell’ambito della rassegna “Incontro alla Cultura”, dall’associazione Intesa San Martino.
 
Certe cose non dovrebbero succedere. Io ho sempre detto che se ci sono dei dubbi è giusto chiarirli, però dopo un anno di custodia cautelare prima della condanna non c’è alcun risarcimento economico che tenga”, spiega Rossetti. I pm, infatti, hanno impugnato la sentenza di primo grado e “ancora oggi mi devo preoccupare di cosa potrà succedere”. L’incubo di Rossetti è iniziato il 23 febbraio 2010. Le Fiamme Gialle fanno irruzione in casa e portano via tutto. Lui finisce in manette, la moglie e i tre figli restano senza un euro. “Amici e gente per bene ci hanno aiutati”. racconta Rossetti, che a proposito del titolo scelto per il libro aggiunge:“Se sei una persona tranquilla, che non ha problemi con la legge, non pensi minimamente di aver bisogno di un avvocato per difenderti”. Oltre alla detenzione prima a San Vittore e poi a Rebibbia, Rossetti continua a fare i conti ancora col processo mediatico intorno al suo caso e alle tracce indelebili sul web che infangano il suo nome. “È un peso spiegare il tutto a chi non mi conosce – prosegue – I giornali hanno una responsabilità enorme, le buone notizie non trovano mai lo stesso spazio di quelle brutte. Il libro mi ha aiutato molto e da un anno mi sta consentendo anche di conoscere altre persone che hanno avuto problemi di questo genere con la giustizia”.
 
Nessuno ti può restituire la sofferenza che si prova in certe situazioni: dopo il carcere, ai domiciliari ci è finita in pratica anche tutta la mia famiglia. La nostra vita è cambiata”, prosegue Rossetti, portavoce dunque delle numerose vittime di malagiustizia in Italia. Vittime di un sistema cautelare e di carcerazione preventiva che troppo spesso mostra delle lacune che andrebbero assolutamente colmate.
 
All’incontro, patrocinato dal Comune di Parma, Cappella universitaria, Mondadori, Biblioteca Civica, Aiga Parma e Vita.it e accreditato dall’Ordine degli Avvocati, hanno preso parte anche l’avvocato Domenico Patete, direttore del carcere di Reggio Emilia dal 1991 al 2003 ed autore del “Manuale di Diritto Penitenziario”, l’avvocato Cosimo Zaccaria, penalista del Foro di Modena.



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