
“La pandemia da Covid ha determinato un aumento delle vittime di violenza. Sono numerosissime le donne che hanno chiamato il numero verde 1522 nel 2020, oltre 5000. Ma solo poche hanno avuto il coraggio di denunciare. Oltre il 70 per cento non ha presentato denuncia. Bisogna segnalare per rompere il muro del silenzio e per uscire dal circuito della violenza di genere. Ogni 60 ore c’è una donna che muore per mano di un uomo”, parte così, con le parole del Consigliere di Parità della Provincia di Lecce, Filomena D’Antini, il video messaggio che da domani, mercoledì 25 novembre, sarà on line sui canali social di “Palazzo dei Celestini”.
L’iniziativa, fortemente voluta dalla stessa Consigliera ha lo scopo di sensibilizzare contro la violenza di genere, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
“Sappiamo che il femminicidio è un fenomeno in crescita e, purtroppo, la pandemia da Covid non aiuta perché si è costrette a vivere in casa con i propri compagni, spesso violenti. Ecco perché bisogna avere il coraggio di denunciare, di rivolgersi alle autorità competenti e ai centri antiviolenza. Ma, soprattutto, bisogna avere il coraggio di volersi bene. Non possiamo più accettare che questo triste fenomeno sia catalogato come il più grande male sociale che stiamo vivendo. Ecco perché devi volerti bene. Stop alla violenza sulle donne”, conclude D’Antini.
L’iniziativa, dal titolo “Io mi voglio Bene”, oltre che del consigliere ha visto la partecipazione di altre cinque donne impegnate in prima linea nelle istituzioni e nel mondo dell’associazionismo: Serenella Molendini, consigliere nazionale di Parità supplente; Teresa Chianella, presidente della Commissione provinciale Pari opportunità; Emanuela Palamà, socio dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia (Ondif) – sezione Lecce; Fiammetta Perrone, vice presidente nazionale Fidapa BPW Italy e Alessia Ferreri, presidente Soroptimist international club Lecce.
Ognuna, simbolicamente vestita di rosso, fa ad alta voce la sua riflessione, invita alla denuncia e conclude con un gesto altrettanto simbolico: mostrare il palmo della mano con la scritta “Stop alla violenza”.