A poche settimane dall’inizio della scuola emerge un dato che preoccupa e stranisce: secondo l’Ocse, nella sua edizione del 12 settembre intitolata ‘Education at a Glance’, il 22% della popolazione sopra i 35 anni non ha un diploma.
Una media che desta stupore e si presenta molto più bassa rispetto agli altri paesi europei, considerando anche la richiesta di molte aziende nei confronti di tecnici e periti industriali che pare, però, scarseggino sempre di più. Da ormai 15 anni, infatti, sono molte le scuole che offrono una formazione professionale tecnica e scientifica in sostituzione a materie come il latino, eppure sono in molti i giovani che decidono di non proseguire gli studi.
Se lo Stato già da diversi anni ha rivalutato l’importanza dell’istruzione con politiche ad hoc, una controtendenza si diffonde, invece, tra i giovanissimi, forse attratti di più da ‘mestieri’ che escono da TikTok o Instagram? Il rischio c’è e se il fascino del lavoro semplice e digitale si diffonde prepotentemente, le istituzioni cercano di investire sempre di più sullo studio e sulla ricerca che ci vedono, tuttavia, ancora agli ultimi posti in classifica rispetto alla media.
Tanto ancora c’è da fare se e l’istruzione costa, pensiamo a quanto, nel futuro, possa invece costarci l’ignoranza, ma sicuramente accanto ai finanziamenti pubblici è necessaria una riforma culturale che riporti i ragazzi sui banchi di scuola.