L’alga tossica ricompare in Salento, bandierina rossa a Porto Badisco

Torna l’alga tossica sulle coste del Salento, anzi nei primi quindici giorni di luglio l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente, ne ha rilevato la presenza in quantità da codice rosso solo a Porto Badisco

La notizia della presenza dell’alga tossica sulle coste del Salento non deve creare allarmismi ingiustificati né seminare il panico tra i bagnanti, ma deve essere presa come un’informazione preziosa per evitare brutti inconvenienti. A questo serve la mappa interattiva che segnala i punti contaminati disegnati da Arpa Puglia che – come ogni anno da giugno a settembre –  controlla costantemente 20 punti della costa per verificare la presenza dell’ormai conosciutissima «Ostreopsis Ovata», un’alga microscopica che vive comunemente nelle calde acque tropicali, ma ha trovato condizioni climatiche ottimali di sviluppo anche nel nostro mare da quando è stata introdotta accidentalmente in Mediterraneo dalla zavorra delle navi. Basta consultarla per trovare in tempo reale i tratti dove è preferibile restare sotto l’ombrellone o evitare di fare il bagno.
  
La buona notizia è che, nei primi 15 giorni di luglio, l’allarme resta ‘contenuto’. La cattiva è che c’è una voce fuori dal coro, una bandierina rossa che cozza nel disegno della Puglia. Come accaduto spesso negli ultimi anni, i riflettori dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente si sono accesi su Porto Badisco, uno degli angoli più belli del litorale adriatico, conosciuto per essere stato – secondo la tradizione – il luogo dove sbarcò Enea nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia.
  
È bene ricordare che, a dispetto del nome che incute un certo timore, questo microrganismo invisibile a occhio nudo non è pericoloso per la salute, ma produce una tossina – la Palitossina simile –
che, se inalata, può provocare malesseri transitori come riniti, laringiti, bronchiti, congiuntivi e febbre che passano nel giro di 24/48ore, senza ulteriori complicazioni. 
  
I problemi, dunque, non sorgono facendo il bagno o con il contatto con la pelle, ma quando la tossina viene nebulizzata nell’aria, soprattutto in presenza di mare mosso e di forte vento. Le mareggiate favoriscono la formazione di una specie di “aerosol marino” che può diffondere la tossina nell’aria. 



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