Un risultato, l’emergenza Xylella, lo ha raggiunto: quello di tenere altissima l’attenzione sulle campagne del Salento.
Per anni il patrimonio agricolo in generale e olivicolo in particolare, sono stati appannaggio esclusivo di contadini, produttori e addetti ai lavori, tutti gli altri, potremmo dire l’opinione pubblica, apparivano per lo più disinteressati dalle dinamiche più o meno interne al comparto.
Non è raro e non lo è stato negli ultimi anni, imbattersi in scorci di magnifica campagna o in uliveti secolari, abbrutiti da situazione di degrado e incuria. Terreni incolti, alberi malridotti e discariche a cielo aperto ad incorniciare il tutto. questo è stato il quadro nel quale si è inserito il batterio killer. La Xylella oggi mette in pericolo un intero territorio, quello stesso territorio che, improvvidamente e irresponsabilmente, si è girato dall’altra parte quando c’era da pensare all’agricoltura e alla campagna.
Dopo aver visto le foto e le immagini del taglio degli alberi di ulivo a Oria, dopo le scene strazianti a cui abbiamo assistito, adesso tutti capiscono, tutti diventano gelosi dei loro alberi come dei loro figli. Girando attentamente per le strade e i tratturi di campagna salentini abbiamo verificato con quanta cura e passione i proprietari di terreni stanno provvedendo alla rimonda e alla messa in sicurezza dei loro uliveti.
La pulizia, l’organizzazione, la cura affettuosa di piante considerate persone di famiglia, possono aiutare a tenere a bada un maleficio o una iattura che alla fine non è stata così improvvisa ed inaspettata.
Gli agenti patogeni, avviene così anche per gli esseri umani, trovano sentieri spianati in soggetti già debilitati, non preparati, con sistemi di difesa bassi e privi di alcuna profilassi o attività di prevenzione.
Ecco perché, al di là di ciò che sta accadendo, è importante prendere a cuore la nostra campagna, ridisegnarla secondo tecniche e criteri d’avanguardia, modernizzarsi per sperare che la civiltà dell’olivo continui a fiorire anche in futuro, nonostante epidemie e malattie che minacciano una fin troppo prevedibile estinzione.
Non sarà così, non dovrà essere così.
