Tutti i bambini del mondo attendono, ogni anno, il 25 dicembre per scartare i doni che, la notte della vigilia, Babbo Natale ha portato loro, ma come racconta Gianni Rodari nella sua celebre fiaba “La freccia azzurra”, i bambini più fortunati sono quelli italiani perché per loro c’è un’altra notte, tra il 5 e il 6 Gennaio, in cui, se andranno a letto presto e saranno stati buoni, le calze che hanno appeso ai camini o alle finestre si riempiranno di dolci e altri regali. Se, invece, avranno fatto i cattivi, cenere e carbone sarà ciò che vi troveranno. In entrambi i casi, sarà qualcuno di molto speciale a portarglieli… la Befana!
Festa antica, quella dell’Epifania, introdotta in Puglia già durante il VI secolo d.C. a seguito delle guerre mosse dai bizantini per riconquistare ai goti la penisola italiana ma, ancor di più, lo è la figura della sua protagonista per antonomasia: se la prima, infatti, commemora l’arrivo dei Magi alla grotta di Betlemme e, quindi, la manifestazione (dal greco epifàinomai, mostrarsi) di Gesù Bambino al mondo, la seconda trae origine dai riti pagani che, proprio in Puglia, e nel Salento in particolare, celebravano la morte e la rinascita della natura e, pertanto, l’inizio del nuovo anno che, in passato, cadeva (come il 6 Gennaio dal 25 Dicembre) dodici giorni dopo il solstizio d’inverno.
Con l’avvento della nuova fede, però, le antiche usanze vennero, via via, soppiantate o, per utilità, assorbite e riutilizzate dal nuovo credo: fu così che l’immagine di una natura vista come una vecchina morente che porta in dono agli uomini gli ultimi frutti della terra, ma anche la cenere e il carbone dei rami che venivano potati e bruciati per scaldarsi durante i mesi freddi, fu rivisitata in chiave più cristiana e, dalla pronuncia tipicamente salentina della nuova festività, “La Pifanìa”, prese forma la moderna nonnina che, volando di casa in casa a cavallo della sua scopa, tutti oggi conosciamo.
Un po’ strega, un po’ fata, attesa e temuta, osteggiata dalle autorità ecclesiastiche, ma amatissima dalla gente, per secoli la Befana è stata la sola in cui i bambini di ogni epoca hanno riposto sogni e speranze al punto che neppure l’arrivo dello stesso Babbo Natale nel XIX secolo, né il tentativo di sopprimerne la ricorrenza qualche anno fa, sono riusciti a scalzarla dai nostri cuori.
Una favola, certo, ma che, al contrario dell’ormai diffuso consumismo natalizio, ci ricorda che non sempre tutto è dovuto, che le cose belle bisogna guadagnarsele e, spesso, anche saperle attendere… un insegnamento di vita, insomma, valido per tutti, grandi e piccini.