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Chi conosce Don Attilo Mesagne, l’attuale direttore della Caritas di Lecce, sa che è un uomo gioviale, ottimista, predisposto all’azione e mai incline al vittimismo. Quando lo fermi per strada e gli chiedi come va, lui non ci pensa due volte a sorriderti e a lasciarsi andare all’ormai famoso motto che l’ha contraddistinto negli anni: ‘Apposto, tutto apposto, sempre apposto, appostissimamente apposto.’
Ecco perché il grido di allarme che ha lanciato nella giornata di oggi ha assunto una ricaduta pesante che il territorio e le istituzioni non possono far finta di non sentire. Se anche Don Attilio Mesagne è sbottato, allora significa che l’allarme sociale è alto, molto alto.
‘Le istituzioni in questa estate mi hanno lasciato solo ad affrontare le tante emergenze sociali di questi giorni!’
Già, mentre tutti vanno in ferie, le problematiche non smettono di esistere, anzi aumentano in maniera esponenziale e non si può pensare che la Caritas possa metterci sempre una pezza.
E’ vero, gli enti pubblici sono sull’orlo del baratro, ma è pur probabile che qualche spreco si annidi sempre in qualche piega dei risicati bilanci e allora sarebbe il caso di andarlo a tagliare quello spreco e pensare a chi ha veramente bisogno.
Solo qualche giorno fa il caso di Ugo Mennuni, l’anziano signore che non ha casa e vive in auto nei pressi del Parco per i bambini di Via Giovanni Paolo II, in lamiere arroventate dal caldo estivo. E poi la storia della coppia che, sfrattata, ha pensato bene di mettersi sui gradini della Chiesa di San Pio per gridare il suo disagio. Senza parlare poi degli sfratti che sono alle porte, per tutti quegli inquilini morosi che non riescono a pagare da mesi l’affitto e che sono stati messi alla porta dai loro locatari.
La Caritas, dice Don Attilio, non ce la fa più e sarebbe bene che le istituzioni pubbliche scendessero in campo in maniera importante.
Il suggerimento è chiaro e preciso: ci sono tante strutture pubbliche in disuso, del patrimonio immobiliare del comune o della provincia. Perché non trasformarle in alloggio temporaneo o mensa per i più poveri, per gli indigenti, per gli immigrati che soffrono? Anche qui: l’allarme è stato lanciato, il suggerimento pure. Adesso spetta alle istituzioni raccoglierlo e trasformarlo in progetto. A messo che le istituzioni facciano ciò che dovrebbero fare: risolvere i problemi invece di crearli.