La Chiesa non è¨ una moda e il papa non è¨ un divo

La popolarità di Francesco è¨ una novità assoluta per un papa, e rischia di mettere in imbarazzo lo stesso Pontefice che non vuol correre il rischio di diventare un fenomeno di costume piuttosto che semplicemente il vescovo di Roma, motivo per il quale il Conclave lo ha eletto

Le mode sono sempre banali, perché soggette ad un tempo fugace, e pertanto impossibili da conciliare con un’istituzione religiosa. La religione è per definizione qualcosa che si sottrae alle categorie del tempo e dello spazio, perché è l’unità di misura dell’eternità.

Così la religione cristiana è certamente ribelle a qualsiasi tipo di condizionamento modaiolo e, nonostante la sua testimonianza materiale passi, da secoli, attraverso l’azione della Chiesa fatta di uomini, non è possibile assoggettarla ad una sacralità speciale a seconda della simpatia o della capacità comunicativa dei suoi interpreti..

Quello che sta avvenendo con Papa Francesco è paradossale. Il livello di gradimento del papa è così elevato da rappresentare un motivo di imbarazzo per lo stesso Pontefice, il quale non solo deve guardarsi dalla eccesiva notorietà, ma addirittura evitare di essere scambiato per fine e non invece per mezzo quale egli è.
In televisione si parla di Francesco a tutte le ore, in edicola spuntano pubblicazioni a lui dedicate, lo si candida per giunta al Premio NobelRockstar e divi di Hollywood faticano a stargli dietro. Qualcuno anziché raccomandargli una preghiera a Dio, vorrebbe chiedergli l’autografo.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalla prima e unica domanda intelligente che dovremmo farci: chi è il papa?
Il papa, o Sommo Pontefice Romano, è il capo della Chiesa Cattolica, in virtù della successione apostolica, infatti, egli è il successore di Pietro, il principe degli apostoli, colui al quale Cristo-Dio affidò il compito di edificare la sua Ecclesia (ekklesia). Tutti i papi da Pietro in poi, in qualità di vescovi di Roma, sono stati successori di Pietro e vicari di Cristo in terra, tutti allo stesso modo, capi della Chiesa.

Non c’è, né vi può essere, quindi, alcuna differenza di ruolo, di ministero, di prestigio o di valore tra i successori di Pietro. Non esiste un papa più bravo o più buono, ma solo un papa.
Esiste, invece, un’umana diversità di carisma o di carattere, un vescovo insomma più capace nelle tecniche di comunicazione, ma si tratta di dinamiche che poco hanno a che vedere con la potestà petrina e sicuramente non fondamentali per la salvezza dell’umanità, secondo i credenti.

Il valore della fede cristiana non si misura attraverso il gradimento di cui gode un prete, un vescovo o un papa. La parola di Dio, il Vangelo, l’azione salvifica di Gesù Cristo, mediati dalla Chiesa Cattolica, sono il vero centro di tutto, e non i mediatori stessi, destinati a passare, come tutti gli uomini.

Ecco perché il papa, chiunque esso sia, è e rimane un mediatore, un tramite, un mezzo per raggiungere Dio.
Certo, se le doti umane del papa sono quelle di Francesco è chiaro che il suo Ministero ne trae indubbio beneficio e la Chiesa stessa utile giovamento, ma quando ne arriverà uno nuovo di papa, e magari molto diverso da Francesco, cosa accadrà? Che il papa non sarà più di moda, che non sarà più un divo?
A Cristo una volta dissero: “Signore manda qualcuno sulla terra ad avvertire i miei fratelli, perché non finiscano in questo inferno che mi divora la carne”. Ma il Signore disse “non manderò nessuno, hanno già la legge e i profeti, ascoltino loro”.

Insomma, è molto bello che tanti siano vicini a questo papa, perché è un modo per avvicinarsi o riavvicinarsi a Dio e al Cristianesimo, e perché magari molti che non hanno sperimentato la fortuna della Fede in Cristo, attraverso papa Francesco possono avere l’opportunità di scoprirla. Ma il papa, per quanto grande, è solo una comparsa, il centro della scena è la Chiesa, la porta che apre la via della Salvezza, senza la quale le chiavi di Pietro sarebbero solo una inutile ferraglia.