Dura condanna da parte della Commissione Tributaria di Bari, nella sua sezione distaccata di Lecce, all’Agenzia delle Entrate. Secondo il giudice tributario, infatti, l’ente territoriale non si sarebbe adeguato alle direttive diramate dal Ministero delle Finanze in materia di tassazione dei bonus commerciali. In particolare, l’Agenzia delle Entrate è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio pari a 18mila euro in favore di una nota concessionaria di automobili del Salento difesa dall’avvocato Maurizio Villani. La concessionaria, infatti, si era vista recapitare nei mesi scorsi avvisi di accertamento per quasi 400mila euro a seguito di verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza. Nella fattispecie, già in primo grado la Commissione Tributaria di Lecce aveva ritenuto corretto l’operato del contribuente sia in materia di applicazione di Iva agevolata per soggetti disabili – in quanto si era uniformata sia alla legge vigente che alle direttive ministeriali – sia per la mancata tassazione dei bonus commerciali.
Ad esultare è anche l’associazione ‘Sportello dei Diritti’. ‘Al di là del merito della questione – scrive Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello – si tratta comunque di una sentenza esemplare che per ciò che riguarda la condanna alle spese di lite trova pochi precedenti simili e che quindi potrebbe tracciare il solco per un cambio di orientamento da parte della giurisprudenza tributaria che sinora si era dimostrata fin troppo clemente nei confronti degli Uffici fiscali anche quando gli stessi, come nel caso di specie, avevano insistito finanche in due o tre gradi di giudizio in pretese che fin dall’inizio erano apparse del tutto infondate alle stesse corti tributarie anche perché contrarie alla legge ed alle stesse direttive ministeriali’. Secondo D’Agata, quindi, la sentenza emessa può far storia d’ora in avanti nella giurisprudenza tributaria. ‘Finalmente possiamo dire che anche la giustizia tributaria inizia a bastonare l’Agenzia delle Entrate quando persevera in comportamenti illegittimi anche nel corso di giudizi che la vedono impegnata in pretese del tutto infondate’, conclude la nota dello ‘Sportello dei Diritti’.
