La dittatura del sole. Si continua a soffrire per il troppo caldo

Sembrava finita e invece no, è ritornata, peggio di prima. L’estate salentina si sta facendo odiare da tutti quelli che in città o al lavoro devono fare i conti con il caldo asfissiante di questi giorni.

Non se ne può più, dopo due mesi di caldo così non ce la facciamo più. Siamo stanchi di sudare e siamo stanchi anche dell’aria condizionata, che presa a grandi dosi certamente non ci avrà fatto bene, anzi. Il caldo di luglio, terrificante e senza precedenti, sta avendo un ritorno di fiamma in questo fine agosto, come non si era mai visto. Negli ultimi decenni, l’estate aveva sempre insegnato che dopo Ferragosto le cose cambiavano, qualche pioggia, qualche vento forte, e temperature decisamente più basse. Con quello che sta succedendo, invece, sembra strano di poter riaprire le scuole fra 15 giorni e di poter rinunciare a spiagge e mare.

Chi ha visto le previsioni del tempo questa mattina avrà avuto un colpo di calore solo per via della lettura, fino a domenica prossima farà fresco quando ci saranno 33 gradi, perché per il resto avremo temperature massime di 35 e 36 gradi. Come un mese fa, insomma, così come è stato per un mese e mezzo di fila.

L’uso prolungato di condizionatori sta già provocando raffreddori e mal di gola, in qualche caso faringiti e tracheiti, che rendono ancor più disagevole il superamento delle giornate. Perché in questa estate terrificante l’obiettivo di ogni giorno è quello di arrivare “alla sera”, quando, secondo Ugo Foscolo, si sopivano i tumulti del giorno e ci si poteva concedere la giusta pace e la necessaria tranquillità. Eh no, caro Foscolo, nemmeno alla sera si sta meglio se ci sono 30 gradi alle 20.30.

E le notti? Certe notti, direbbe Ligabue, certe notti non si è dormito, altre si è passeggiato, e altre ancora si è perduto il senno oltre che il sonno. Questo caldo non va bene. Può essere soddisfacente per quelli che stanno sotto l’ombrellone, ma per tutti gli altri è una condanna troppo crudele.

Autunno dove sei? Non farti attendere che qui abbiamo bisogno di te come di un liberatore dalla schiavitù. Fratello autunno, dove sei?



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