La povera Prefettura. Obiettivo inutile di mille proteste

Se i problemi si potessero risolvere con un sit in di protesta, la Prefettura di Lecce potrebbe diventare il luogo più virtuoso del mondo, e invece nonostante da anni sia teatro di una manifestazione al giorno i problemi aumentano.

Un ex presidente del Consiglio regionale della Puglia qualche anno fa ne auspicò addirittura la soppressione considerandolo il più inutile fra gli enti e la sua provocazione si inserì facilmente nel solco di una preveggente visione di spending review antesignana delle politiche riformatrici del Governo Monti.

Mario De Cristofaro però si riferiva ad aspetti di funzione e di utilità, noi vogliamo parlare di efficacia. Premettiamo che se dovesse valere il detto “l’uso determina la funzione”, la Prefettura di Lecce sarebbe non solo un ente in salute , ma anche vivace e dinamico come pochi, merito della tenace tenuta del suo attuale Prefetto e di uno staff motivato e allineato agli impulsi dati.

Da un lato quindi la fine competenza e l’organizzazione virtuosa del Prefetto Giuliana Perrotta, dall’altro le mille proteste che ogni giorno vengono messe in atto sulla scena di Via XXVluglio. Proteste che hanno come bersaglio la Prefettura, perché, ricordiamolo, essa è ancora l’organismo di controllo periferico del Governo nazionale. Di fatto la Prefettura è solo un’ambasciata che non sappiamo davvero se sia in grado di svolgere un ruolo di filtro, o se venga scambiato solo per il più comodo e vicino recettore,  quello più a buon mercato e portata di mano.

La Prefettura è un simbolo, è un capro espiatorio, un obiettivo generale e generico non essendo l’Ente prefettizio competente di tutte le questioni che le vengono riversate addosso ogni giorno, a ogni ora. Le distanze romane e baresi rendono necessaria l’opzione km zero, dimenticando che nella maggior parte dei casi, le questioni e i problemi resteranno tali, spesso irrisolti, se non addirittura isolati nella loro minuscola geografia. 

Di tutte le proteste portate in via XXV luglio quante hanno sortito gli obiettivi auspicati, quante vertenze si sono realmente risolte? In molti casi la protesta è ciclica e non produce alcuna utilità, se non il sacrosanto diritto dovere di manifestare democraticamente il proprio pensiero e renderlo pubblico, pubblicizzando malesseri, sofferenze e disagi.

Grazie soprattutto a coloro che come noi, ogni giorno, intervengono per dare voce e immagine a speranze di vita.



In questo articolo: