Gli studenti leccesi occupano l’Ateneo. È questa la decisione forte presa a seguito dell’assemblea studentesca promossa dall’associazione Link Lecce.
Questo è quanto dichiarato dall’associazione studentesca: “Gli studenti e le studentesse dichiarano l’occupazione dell’Ateneo (Palazzo Codacci-Pisanelli), per lanciare all’interno della città di Lecce un’azione forte di protesta contro le politiche che stanno smantellando l’Università pubblica”.
Poi rincarano la dose e dichiarano: “Non possiamo accettare che i nostri corsi di studio e i nostri Atenei chiudano, che si continui ancora a tagliare sulla formazione, che ci venga ancora negato il diritto allo studio. La mobilitazione non si ferma oggi ma proseguirà nei prossimi giorni”.
Ma “nonostante le innumerevoli assemblee, le iniziative di protesta e due occupazioni attualmente in corso all'Università del Salento e Cosenza – scrivono i rappresentanti di Link Lecce – il tanto atteso incontro tra la Ministra Carrozza e i Rettori delle Università del Sud Italia si è concluso con un totale nulla di fatto.Le tante assemblee, i dibattiti e le proteste svoltesi oggi e nei giorni scorsi – proseguono – testimoniano che studenti, dottorandi, ricercatori e in generale la comunità accademica è stanca di incontri interlocutori, promesse e fantomatici Patti tra MIUR e Rettori”.
L'incontro, dunque, secondo quanto dichiarato dal’associazione studentesca, si è concluso con “assenza di impegni concreti sul ripristino dei 300 milioni di euro sottratti dal Governo Monti e dei 41 milioni di fondi straordinari per gli atenei, così come nessun correttivo sul DM Punti Organico 2013, né tanto meno sulla contribuzione studentesca che in questo contesto potrebbe aumentare vertiginosamente”.
“Gli Atenei – concludono – specie quelli meridionali, vivono una crisi tremenda e la Ministra e il Governo tutto si stanno rendendo complici dell'assassinio dell'università italiana. Siamo stufi, infine, di assistere al conferimento di deleghe al Governo, crediamo che qualsiasi riforma dell'Università debba essere costruita all'interno di un vero dibattito con tutta la comunità accademica nazionale, in primis con le studentesse e gli studenti”.