
Un libro che è il “ragionamento di una lunga esperienza politica che dura più di mezzo secolo”. È così che Fausto Bertinotti definisce “Rosso di sera”, la sua opera presentata ieri sera presso la Galleria del Palazzo Ducale a Cavallino. Ad aprire la serata, siglata con la collaborazione di Giuseppe Semeraro, è stato il sindaco di Cavallino Michele Lombardi che, dopo aver presentato la figura politica di Bertinotti – spiegando i numerosi incarichi che ha ricoperto in passato – ha ringraziato coloro che hanno partecipato all’evento.
A dialogare con l’ex presidente della Camera è stato il sindaco di Gravina in Puglia Alesio Valente. A moderare, invece, il direttore di Studio 100 Walter Baldacconi. Scritto a quattro mani – insieme a Carlo Formenti – ed edito da Fuoripista, il libro oltre a ripercorrere la situazione del Partito Comunista in Italia, si sofferma su quella socialdemocrazia che, ormai, è tramontata. “Il libro – spiega Fausto Bertinotti – indaga una parte della politica che considero sconfitta. Mercato ed economia – continua – hanno ‘mangiato’ democrazia e politica”. Il direttore di Studio 100 infatti, a tal proposito si chiede: “Dove è finita la politica? La politica è una cosa seria, nobile e bella. Politica – ha affermato – significa mettere al centro l’interesse generale”. Tutto ciò su cui Bertinotti vuole indagare – attraverso il suo libro – è proprio la fine di alcuni valori importanti della società, a partire dalla socialdemocrazia.
“Il libro – spiega Alesio Valente – parte da una grande verità: la sinistra non c’è. Socialdemocrazia e comunismo hanno incontrato entrambe l’ora del tramonto”. Un presentazione, inoltre, nella quale l’autore ha avuto modo di spaziare tra vari argomenti. Dai problemi che pervadono l’Italia a causa della politica “fatta male” fino ad estendersi ai problemi che scuotono l’intera l’Europa. Non sono mancati alcuni flashback di Bertinotti che ha elogiato il Novecento, “secolo in cui per la prima volta nella storia il proletariato diventa protagonista della storia, con l’idea che si possa costruire il mondo dell’uguaglianza. Un libro “molto partigiano”, definito così dallo stesso autore, che dunque punta il dito contro il capitalismo sempre più globale e che sottolinea il rovinoso crollo del comunismo di un tempo. “Non è un caso – conclude Fausto Bertinotti – che l’unica voce autentica che tutti noi riusciamo a sentire sia la voce del Pontefice, una voce fuori dalla politica”.
a cura di Eugenia GIANNONE