‘La Catastrofa’ ovvero la tragedia di Marcinelle. Paolo Di Stefano conclude a Tricase il progetto ‘La soffice memoria’

Si chiude un percorso culturale a cura di Arci Lecce Solidarietà che ha approfondito i temi riguardanti la storia delle migrazioni italiane. Nei giorni scorsi il Liceo “Stampacchia” di Tricase ha ospitato Paolo Di Stefano.

A conclusione del progetto ‘La soffice memoria‘, un percorso culturale a cura di Arci Lecce Solidarietà nella persona di Roberto Molentino, che ha approfondito i temi riguardanti la storia delle migrazioni italiane dell’epoca contemporaneapoi, nei giorni scorsi il Liceo “Stampacchia” di Tricase ha ospitato Paolo Di Stefano, scrittore e giornalista de Il Corriere della Sera, autore de “La catastròfa”.

Un approfondimento delicato come l’opera letteraria di Paolo Di Stefano in cui si rivive la memoria della strage di Marcinelle. Protagonisti assoluti dell’incontro i giovani studenti liceali dello ‘Stampacchia’, che nel percorso tracciato dal progetto ‘La Soffice Memoria’ sono stati al centro di diverse attività, tutte con particolare riferimento al lavoro nelle miniere e che hanno fatto emergere dati, scenari ed intrecci culturali e sociali. Hanno fatto seguito a quegli approfondimenti, poi, incontri di formazione, visite guidate ed un laboratorio di scrittura creativa nel quale studenti e studentesse del Liceo hanno redatto un testo (una filastrocca accompagnata da un piccolo racconto animato) attraverso cui hanno raccontato la storia dei minatori italiani ai bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia di Taviano.  La serata ha visto per questo anche la partecipazione di Serena Stefanelli, vicesindaca di Taviano e di Paola Cornacchia, assessora all’istruzione di Taviano.

L’incontro con Paolo Di Stefano, autore de “La Catastròfa”, ha chiuso un cerchio e al tempo stesso ha aperto nuove prospettive di riflessione e di studio.

‘La catastrofa’ ovvero la tragedia di Marcinelle

Nelle prime ore della mattina dell’8 agosto 1956, a Marcinelle (Charleroi, Belgio), si consumò una delle più grandi tragedie del lavoro della storia dell’emigrazione italiana. Ben 163 lavoratori italiani morirono a causa di un incendio sviluppatosi in una delle miniere di carbone più importanti del territorio belga, il Bois du Caziers, nel distretto minerario di Charleroi.

La Catastròfa (nell’espressione metà dialetto metà francese) è l’incendio scoppiato a 975 metri sottoterra. 262 morti, 136 immigrati italiani, caduti per un banale accidente ma uccisi soprattutto dall’imprevidenza premeditata, dalla mancanza di misure protettive e dalla disorganizzazione. 

Ma alla fine abbiamo mandato giù papà al cimitero, mentre noi abbiamo rimasto qui in Belgio e non ce l’ho mai domandato alla mamma, che ora ha novantasei anni, perché ha voluto prendere questa decisione di non muoversi più dal Belgio“. Il messaggio più scomodo che viene alla luce nelle pagine dell’opera di Di Stefano è che poi i superstiti furono e si sentirono orfani non solo della miniera ma, una seconda volta, anche della patria. Al di fuori delle celebrazioni rituali, la tragedia di Marcinelle è caduta in un colpevole oblio: Di Stefano la racconta, riportando alla memoria l’epica spesso dolorosa della nostra emigrazione. Una sorta di romanzo-verità, a mezzo secolo di distanza, che non usa altre parole se non quelle ricche di fervore delle vittime e quelle avare dei documenti ufficiali di raggelante insensibilità.

Il progetto culturale ‘La soffice memoria’

“La Soffice Memoria”, come dicevamo in premessa,  è stata un progetto culturale che ha visto gli studenti partecipanti protagonisti di diverse attività, tutte riferentesi al lavoro nelle miniere. Il nome del progetto richiama il gesto che alcune mogli compivano per pulire gli occhi dei mariti che rientravano dalle miniere, dolorosamente ricoperti di polvere nera. Un gesto la cui tenerezza è diventata memoria tramandata che come ovatta accarezza i cuori, ripulendoli dall’indifferenza e rendendo consapevoli le nuove generazioni della storia del lavoro italiano all’estero, che fu fondamentale per la ricostruzione dell’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Gli studenti dello ‘Stampacchia’, in un incontro intergenerazionale, hanno poi raccontato la storia dei minatori italiani sulla quale si erano eruditi ai bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia di Taviano. Un incontro non casuale: infatti, lo spiazzo adiacente il plesso di via Martin Luther King ospita il monumento tavianese dedicato alla memoria del lavoro dei minatori italiani.

“Attraverso le testimonianze e le preziose fotografie storiche raccolte da Paolo Di Stefano – scrive in una nota Arci Lecce – , gli studenti dello “Stampacchia” hanno potuto ripercorrere le storie di chi ha vissuto in prima persona la strage di Marcinelle e dei familiari delle vittime. Un’esperienza che ha permesso di analizzare il significato dell’esser costretti ad emigrare per sopravvivere: dal peso del lasciare la propria terra alla lacerazione vissuta da chi abbandona la propria patria per cercare una speranza. Storie che un tempo erano all’ordine del giorno per la popolazione italiana e che oggi il nostro Paese vive da un’altra prospettiva, quella di terra d’arrivo per migliaia di vite in cerca di un futuro”.



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