‘La statua di Santa Domenica non si è fermata davanti al portone di Palazzo Ducale come fa da secoli’. Polemiche a Scorrano

A Scorrano, il giorno della festa patronale, prima dell’avvio della Processione, la famiglia Guarini attende sugli inginocchiatoi predisposti nel cortile del Palazzo ducale, la reliquia di Santa Domenica per rendere omaggio alla Statua che si ferma a ridosso del portone.

Il fascino delle tradizioni sta nel fatto che sono composte da tanti piccoli “riti” sopravvissuti allo scorrere del tempo, tramandati di generazione in generazione e guardati con rispetto come se fossero un’antica preghiera, supplica o cantilena da dover ripetere perché vada tutto bene. Anche la Festa in onore di Santa Domenica a Scorrano è un insieme di memorie che affondano le loro radici in un passato lontano, quando i nostri avi mescolavano la devozione alle credenze popolari, le preghiere alle nenie. Una in particolare, in cui si leggono i segni della storia della cittadina alle porte di Maglie, è stata rispettata da sempre per il suo “valore”. Come racconta Vito Maraschio sulla sua pagina facebook, il giorno della festa patronale, prima dell’avvio della processione, la famiglia Guarini attende sugli inginocchiatoi ‘sistemati’ nel cortile, la reliquia di Santa Domenica per rendere omaggio e venerare la statua che si ferma a ridosso del portone del Palazzo Ducale. I motivi di questo rispettoso e devoto ‘saluto’ sono vari, ma hanno resistito ai secoli.
 
«Così come testimoniano i racconti dei nostri nonni, fonti storiche di notevole importanza oltre ai documenti scritti – scrive Maraschio – la famiglia ducale in passato ha donato ospitalità, nel loro palazzo, ai tanti pellegrini che raggiungevano la nostra Scorrano per onorare Santa Domenica nei giorni dei suoi festeggiamenti, dopo aver percorso decine di chilometri a piedi, facendo molti sacrifici. Quando nei tempi antichi non vi era grande disponibilità di acqua, le persone del paese e i pellegrini visitatori la bevevano attingendola direttamente dal pozzo che si trova nel cortile del Palazzo ducale. Per questo motivo si rendeva omaggio a Santa Domenica affinché benedicesse l’acqua. Per anni, la famiglia ducale ha sostenuto economicamente i festeggiamenti in onore della Santa ed ha arricchito il rivestimento che copre la faccia anteriore dell’altare di ricami ornamentali».
  
Passato e presente perché l’edificio storico ha ancora un ‘ruolo’ importante nella festa: «Ancora oggi si dispone del Palazzo ducale per ancorare le “Luminarie”, per far sostare i gruppi elettrogeni che alimentano gli addobbi luminosi e, negli ultimi anni, per ricevere personalità della cultura, del mondo dell’informazione e autorità a cui presentare lo spettacolo dei festeggiamenti che la popolazione scorranese offre alla sua Santa Domenica».
 
Nella storia che si sta scrivendo in questi giorni c’è un ma: «Quest’anno, senza che vi sia stata alcuna comunicazione, il Comitato Festa all’ultimo momento ha deciso di non far arrivare la statua a ridosso del portone di Palazzo Guarini. Il Parroco, con la reliquia, entra. C’è l’omaggio alla Santa, ma, all’improvviso, la sorpresa e l’incertezza compaiono sui volti dei presenti alla constatazione che la statua non fosse dietro il parroco. Immediatamente la famiglia Guarini ha raggiunto la strada antistante la Chiesa per rinnovare la tradizione della reverenza a Santa Domenica».
 
Questo fatto, secondo Maraschio, merita una riflessione «prima di tutto perché i riti religiosi sono di assoluta competenza del Parroco e nulla hanno a che fare con il Comitato. Poi, aspetto rilevantissimo se consideriamo il valore che ogni scorranese attribuisce alla sua Protettrice, mai i festeggiamenti sono stati interessati da polemiche o strumentalizzazioni di sorta».
 

Insomma, «ogni decisione poteva essere presa con i giusti tempi, dalle persone che ne avevano titolo e, soprattutto, senza sorprese dell’ultima ora che creassero sbandamento nel corso dell’avvio della processione. Si tratta –conclude il post – di buona educazione, di senso di responsabilità istituzionale e di consapevolezza dei ruoli che si ricoprono. Ma tutto ciò o lo si ha oppure è difficile acquisirlo, perché l’arroganza e l’ignoranza spesso prendono il sopravvento».



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