Lavoratori stagionali del turismo, datori di lavoro e reddito di cittadinanza: è scontro. E monta la polemica

Continua a tenere banco l’inchiesta sollevata qualche settimana sul caso “lavoratori stagionali del turismo”. I datori accusano il reddito di cittadinanza, i lavoratori dipendenti non ci stanno e rispondono: “tutele assenti e stipendi da miseria”. È scontro delle parti e sale la polemica.

La stagione è appena cominciata, il turismo bussa alla porta, ma nessuno è ancora pronto ad aprire. Dopo il mucchio selvaggio dello scorso anno, nell’occhio del ciclone della pandemia, ora si è detto basta, i lavoratori stagionali non ci stanno, si deve lavorare bene e con le giuste tutele, basta sfruttamenti. “Il Reddito di Cittadinanza, ha dato ancora più fiato ai fannulloni” le parole dure dei datori di lavoro del settore turistico, che arrivati ormai a fine Giugno non trovano forza lavoro come camerieri, receptionist e bagnini.

L’inchiesta sollevata qualche settimana fa da ilFattoquotidiano.it, ora è divenuta una vera e propria bagarre, mediatica, sociale e soprattutto politica.

Il caso politico e lo scontro delle parti

Ogni anno la stessa storia, le sparate degli imprenditori “viene offerto tanto lavoro, ma non si trova personale per la stagione”. Una tesi prontamente smantellata dai dati e dalle testimonianze: 70% del tasso di irregolarità evidenziato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, poi le testimonianze di giovani e ragazzi, e non solo. Tredici ore al giorno, per sette giorni su sette, nella maggior parte dei casi sotto il sole cocente di Agosto per i lavoratori nei lidi balneari, e un contratto da ottocento euro in busta paga e quattrocento in nero, da tirocinanti ancora meno in alcuni casi da lavoro in strutture alberghiere.

La pandemia poi ha scoperchiato il Vaso di Pandora, l’ha fatto lo Stato richiedendo lo stato dei contratti dell’anno precedente per rilasciare i bonus stagionali durante quest’ultimo anno di crisi.

Ora i lavoratori si sentono soli, indifesi e poco tutelati, qualcosa per sostenerli l’hanno fatto gli ammortizzatori sociali insieme al Reddito di cittadinanza, su cui ora si punta il dito come principale problema e scudo dei “fannulloni”.

Le proposte di soluzione sul tavolo

Decadenza del beneficio e decontribuzione totale, è arrivata fin qui la proposta di modifica avanzata da Valentina d’Orso del Movimento e Roberto Pella di Forza Italia. “I percettori del reddito dovranno accettare pena decadenza del beneficio, offerte di lavoro stagionali entro 100km dalla propria residenza, sospendendo la fruizione del beneficio, ma godendo di un integrazione Inps nel caso in cui il compenso mensile sia inferiore all’importo del Rdc”.

La norma mira a reincentivare il mercato del lavoro stagionale e sopperire in questo modo alla ‘carenza di personale’ riscontrato in queste ultime settimane, cercando soprattutto di garantire al lavoratore la possibilità di ricevere un compenso economico vantaggioso che possa essere stimolante e soddisfacente.

In più di poter stabilire contratti di lavoro regolari e che garantiscano tutele per il dipendente, dando un colpo significativo anche al sommerso.

Sarà veramente così?



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