“Lavoro e Partecipazione”, raccolte nel Salento oltre 5.000 firme per la Proposta di Legge della Cisl

Soddisfatto il Segretario Generale di Lecce, Ada Chirizzi. La proposta si articola in 22 articoli ed ha l’ambizione di cambiare profondamente il modello economico.

“Si tratta di un risultato straordinario che è frutto della mobilitazione di tutta la nostra rete fatta di dirigenti, attivisti, militanti che non si sono risparmiati nel promuovere un progetto di legge che ambisce a dare piena attuazione all’art. 46 della Costituzione. A loro vogliamo rivolgere il nostro sentito ringraziamento come, allo stesso modo, intendiamo esprimere la nostra gratitudine al Presidente e al Vicepresidente della Provincia di Lecce, ai vari Sindaci, Consiglieri Comunali, rappresentanti politici ed ex Senatori e Deputati che con la loro firma hanno voluto testimoniare in prima persona il pieno sostegno all’iniziativa”, con queste parole il Segretario Generale della Cisl di Lecce, Ada Chirizzi, ha commentato le 5.200 firme  raccolte nel Salento – delle quasi 400mila totali in tutta Italia – a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo ‘Lavoro e Partecipazione‘ che nei giorni scorsi il Segretario Generale Nazionale del Sindacato, Luigi Sbarra, ha presentato al Parlamento Italiano.

La proposta contempla 22 articoli suddivisi in 9 titoli ed ha l’ambizione di cambiare profondamente il modello economico. Una rivoluzione tutta ‘dal basso’– come ha sottolineato in queste settimane la Cisl – per uno sviluppo socialmente sostenibile, per favorire una svolta nell’economia del Paese, grazie a un diverso rapporto fra lavoratori e imprese pubbliche e private. Senza imporre nulla per legge, ma valorizzando gli accordi contrattuali, spaziando dalla semplice informazione ai dipendenti alla co-decisione sull’organizzazione del lavoro, dalla partecipazione agli utili a quella al capitale dell’azienda, fino all’ingresso dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli d’amministrazione o di Sorveglianza delle società. Capace – grazie anche a investimenti e incentivi fiscali per dipendenti e aziende – di far «avanzare insieme sviluppo economico e progresso sociale».

La proposta di legge di iniziativa popolare prevede come riferimenti normativi l’articolo 46 della Costituzione, la Carta Sociale Europea e tutto il quadro di regolazione comunitaria sul lavoro, sempre però avendo come base i contratti collettivi nazionali e aziendali.

Nella proposta di legge si citano almeno 40 esempi di gruppi grandi e medi – da Luxottica a Piaggio a Leroy Merlin per fare solo tre nomi – nei quali negli ultimi anni si sono consolidate esperienze le più diverse di partecipazione contrattata tra sindacati e imprenditori. Per la Cisl ora si tratta di estendere e generalizzare queste esperienze, di farle diventare la normalità delle relazioni sindacali, di spingere verso una partecipazione lavoratori-imprese sempre più efficace e caratterizzante, tale da rendere concreta una maggiore democrazia economica nel nostro Paese.

Aumento dei salari, più qualità e stabilità del lavoro, maggiore produttività e competitività, più sostenibilità sociale, zero delocalizzazioni, più salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, più investimenti, piena coesione sociale, rientro delle imprese dall’estero: sono questi alcuni degli effetti positivi che si potrebbero generare in un contesto sociale e politico come l’attuale, in cui forte è l’esigenza di innovare le relazioni sindacali e la contrattazione. Una proposta di legge di iniziativa popolare che vuole essere “promozionale” e non imperativa e che va scelta e declinata all’interno dei luoghi di lavoro.

“5.200 le firme che sono state raccolte in Salento attraverso un lavoro capillare e partecipato – conclude Chirizzi – che ha visto l’adesione attiva della Segreteria della Cisl di Lecce, delle federazioni provinciali di tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori, dell’articolato mondo delle associazioni e dei servizi sindacali.

Adesso ci attendiamo che l’iter parlamentare, con l’appoggio bipartisan di ogni schieramento politico, porti nel più breve tempo possibile all’approvazione di un provvedimento in grado di cambiare in meglio il volto del modello di sviluppo del nostro Paese. È giunta l’ora di attuare quel principio che vuole essere non solo un vettore dello sviluppo economico ma soprattutto un cardine della costruzione del progresso sociale, un traguardo necessario per il completamento della democrazia nel nostro Paese. È giunto il momento di passare dalle enunciazioni di principio alla pratica virtuosa e parlare di partecipazione gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita delle imprese”.

Un risultato così importante nel Salento è stato possibile attraverso un’autentica mobilitazione che si è articolata in varie tappe. Incontri di sensibilizzazione con il mondo delle organizzazioni datoriali, assemblee nei luoghi di lavoro, conferenze stampa, iniziative nelle piazze salentine per spiegare ai cittadini la portata di un principio che i Padri Costituenti, con grande slancio valoriale, avevano inserito nella Carta Costituzionale nel già citato articolo 46: ‘‘Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende’.



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